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A Sciambere di Marcello

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 06 novembre 2007

Non avevano cominciato a correre da molto gli anni 90 ed il mondo della politica era profondamente diverso da quello che viviamo, i partiti ad esempio, anche a livello locale non erano quei gusci semivuoti che oggi spesso risultano. Quel pomeriggio si riuniva un organismo che si chiamava Segreteria di Zona del PCI .La discussione verteva soprattutto “..sull’uso della risorsa Portoferraio …” Erano quelli gli anni in cui si compivano, o si avvicinavano al compimento grandi opere impostate soprattutto nella seconda metà degli anni 70 il Centro de Laugier, la bonifica delle Fortezze Medicee, i Vigilanti la Linguella con il Museo Civico Archelogico, emergevano le potenzialità d’uso della Darsena Medicea come approdo turistico ed altri etc. Nella decina scarsa di “teste” che partecipavano a quella riunione si delinearono allora due posizioni diverse, una che sarebbe risultata maggioritaria faceva capo a Giovanni Fratini (al quale va reso il merito di aver sovrinteso al recupero di tutto quanto sopra nel corso delle sue diverse esperienze di guida della città) che pensava che la gestione di questi beni dovesse essere affidata ad una diversificata serie di soggetti di estrazione locale, ed un'altra sulla quale eravamo attestati io e Giuseppe Massimo Battaglini (più di una volta mi è capitato di starci insieme in minoranza) che considerando che all’unicum di Portoferraio doveva corrispondere un unicum gestionale, e soprattutto tenendo conto che c’era bisogno di apporti sia culturali, che manageriali che finanziari molto più grandi di quelli che l’isola offriva avevamo un idea diversa. Ricordo con esattezza perfino le parole che usai nell’occasione: “Bisogna partire da un concorso di idee europeo, internazionale ..”. Probabile che agli attenti lettori delle cronache locali non sfugga la perfetta assonanza della frase e la vicinanza dei concetti, con le esternazioni successive (di una quindicina di anni) del Vicesindaco di Portoferraio. Bene, meglio tardi che mai. Cosa dopo accadde lo sanno più o meno tutti , un compattamento dei servizi e la individuazione di un unico gestore (approfittando delle possibilità fornite dalla Legge 142) ci fu, e si chiamò Cosimo dei Medici, ma poiché non determinò l’apporto di alcun capitale privato (salvo la foglia di fico dell’1% della Banca dell’Elba) né delle idee imprenditoriali esterne, tanto meno di un controllo gestionale reale esterno, risultò essere una voragine ingoia-soldi pubblici (come altre recenti cronache stanno ben dimostrando). A colorire ulteriormente il ricordo di quella riunione c’è un colorito battibecco che mi contrappose a Fratini proprio sulla questione del “Concorso di idee internazionale”. “Ma non c’è interesse .. non c’è lo spazio – disse Giovanni rispondendo alle mie insistenti domande sul perché fosse così pregiudizialmente contrario - ce l’ha detto anche Marcello!” Il Marcello in questione era, sappiano i lettori, il dott. Marcello Pacini, allora direttore della Fondazione Agnelli, ex Sindaco Portoferraiese degli anni ’60 e riconosciuto “guru” della sinistra cattolica locale, anche se doveva poi rivelarsi tanto di sinistra da passare dalla corte degli Agnelli a quella di Berlusconi, come parlamentare. La cosa ci provocò una certa irritazione ed anche in questo caso ricordo, non solo i concetti, ma pure l’esatta espressione sacrilega che usai per ribattere, essa fu: “M’importa una sega di cosa pensa Marcello!” Quindici anni per avere ragione sono un tempo decisamente esagerato.


fortezze giardini portoferraio panorama

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