Torna indietro

Ishmael Beah Memorie di un soldato bambino

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 04 novembre 2007

Ishmael Beah Memorie di un soldato bambino A dodici anni, fra i banchi del mercato, facevamo le bizze per una copia in plasticaccia nera e finto dorata del Winchester di Ringo, e una scatola di fulminanti rossi che ne funzionava la metà. Ishmael invece possiede un vero Ak-47, considerato “il progetto meglio riuscito del compagno Mikhail Kalashnikov”. Spara seicento colpi al minuto fino a ottocento metri di distanza e pesa meno di 5 kg. Tutte le sere Ishmael lo ripulisce dalle croste di fango e sangue, lo lubrifica con affettuosa attenzione mentre fuma un po’ di marijuana, spara un paio di colpi di prova nella notte e si corica senza dormire. E’ troppo fiero della sua battaglia per addormentarsi, sente addosso l’odore della morte e aspetta chi sarà catturato, sa di essersi guadagnato l’onore di prendersi quelle vite a colpi di machete, un pezzo alla volta. Che se li mangino i cani quei bastardi. Non si sforza più di ricordare cosa avrebbe voluto fare prima di quel giorno, l’unica percezione, di diverso dal rumore degli spari e dalle grida di gente sventrata, è il fruscio di una musica ritmata, familiare. Ora è un vice tenente e deve ammazzarne il più possibile, troppo lontani il rap e l’hip-hop e le esibizioni al villaggio dopo la scuola, ora ha un Ak-47 e riesce a usarlo finché non brucia le mani. Attualmente sono oltre 250.000 gli Ishmael nel mondo, la maggior parte nell’Africa centro-occidentale, dalla Sierra Leone alla Repubblica Democratica del Congo, all’ Angola. Rapiti ma anche venduti dalle famiglie, prima profughi poi arruolati, costretti con violenze e abuso di cocaina e anfetamine ad azioni inimmaginabili anche per il più bestiale degli adulti. Nel loro futuro, spesso troppo breve, analfabetismo e violenza, che si traducono in miseria, rifiuto ed emarginazione. Inevitabile per molti, nonostante gli sforzi delle associazioni umanitarie, il ritorno alle armi, alle droghe, all’odore del sangue: chi si fiderebbe di un quindicenne cresciuto troppo in fretta, gli occhi spenti e i simboli di guerra tatuati sul petto con una baionetta arroventata? Il dato più inquietante degli ultimi rapporti dalle zone di conflitto, a qualsiasi latitudine, è che «l' attenzione è concentrata sui ragazzi in quanto considerati soldati, mentre le bambine erano viste principalmente come le "mogli" o le schiave sessuali dei combattenti adulti. Soltanto adesso sta venendo alla luce che le ragazze hanno avuto esperienze molto più complesse, svolgendo il ruolo di combattenti attive, informatrici, spie, corrieri, medici e infine schiave. Spesso madri di figli che nessuno accetta.Tuttavia la protezione e il sostegno offerti alle donne che sopravvivono alla violenza durante le situazioni di conflitto in generale, e alle bambine soldato in particolare, sono ancora deplorevolmente inadeguati» (fonte: Unicef). Oggi Ishmael Beah è cittadino americano, laureato e collabora con le Nazioni Unite raccontando questa sua storia, ma nessuno gli invidierà mai i ricordi, non solo quelli di quando marciava armato nella giungla, ma nemmeno il dopo, un sibilo nella testa che sbatte ritmicamente, di qua e di là sul pavimento, fitte acute alla spina dorsale, il bisogno di dormire e l’inconscio che si rifiuta di «affrontare gli incubi cha sapeva sarebbero arrivati». Fa male leggere che qualcuno a quindici anni, ripensando agli amici, alle scarpe da ginnastica nuove per ballare l’hip-hop, sia inesorabilmente aggredito dall’immagine del primo uomo a cui ha tagliato la gola, un lampo nella memoria che si può combattere solo fumando brown brown e parlando il meno possibile, se non con il buio. Quante volte quella magica miscela di polvere da sparo e cocaina ha scacciato gli spiriti della notte e ha reso ogni raffica un gioco, lo ha fatto gioire della paura impressa negli occhi di quel nemico che gli assomigliava così tanto, le stesse snicker consumate, gli stessi abiti lacerati dalla battaglia. Nessun timore invece, nello sguardo di Ishmael mentre sta per attaccare, ha una buona scorta di brown brown e un Ak-47, spara seicento colpi al minuto a ottocento metri di distanza, pesa meno di 5 kg e riesce a usarlo finché non brucia le mani. E soprattutto per lui, è un gran bel gioco. Michele Castelvecchi Ishmael Beah Memorie di un soldato bambino Neri Pozza € 15.50


beah memorie soldato bambino

beah memorie soldato bambino