Ecco cosa scriveva nell'aprile 2006 Rocco Basso, recentemente scomparso, sul Villaggio Paese, una delle sue ultime appassionate battaglie in difesa dell'Elba: CONSIDERAZIONI SUL VILLAGGIO PAESE A RIO MARINA Il compendio minerario Rio Marina - Capoliveri è, come territorio, all'attenzione dell'UNESCO che sta valutando il suo inserimento nelle aree "patrimonio dell'umanità" per il suo grandissimo interesse scientifico, culturale e ambientale. Ma questo non sembra essere sufficiente, per i nostri amministratori, al fine di considerarlo interessante da un punto di vista promozionale - e di conseguenza economico - per la comunità di Rio Marina e Capoliveri. Da oltre dieci anni sono state attivate risorse economiche, energie intellettuali ed un notevole sforzo amministrativo per raggiungere l'obbiettivo di realizzare un "Villaggio Paese" a Vigneria: circa 1000 posti letto con annessi servizi di ristoro, impianti di intrattenimento, impianti sportivi e quant'altro. Si vorrebbe così incentivare imprenditori privati ad investire nel Parco Minearologico con una proposta allettante (tesi sostenuta prima dai DS ed ora anche dal centro-destra). Dopo le negative esperienze del villaggio turistico di Ortano Mare (anch'esso di circa 1000 posti letto) e di Capo d'Arco, Rio Marina non avrebbe proprio bisogno di continuare nell'edificazione di grandi impianti recettivi che privatizzano parti consistenti e pregiate di territorio. L'unica differenza del Villaggio Paese con il Villaggio di Ortano Mare, consisterebbe nella diversa collocazione geografica dell' impianto. Il rischio reale è che, se Ortano Mare ha privatizzato e reso quasi inaccessibile la spiaggia, il Villaggio Paese privatizzerà quelle di Calaseregola e Topinetti. Così, Rio Marina, metterebbe davvero a rischio la fruizione delle spiagge del suo litorale in direzione Cavo. Ma, soprattutto, la scelta appare sbagliata dal punto di vista turistico/economico: la scelta di proporre grandi impianti recettivi è una scelta ormai superata, fuori mercato, non più condivisa, anzi avversata, dalla stessa Associazione Albergatori Elbani. Una scelta che propone un modello già in crisi nel resto dell'Elba, uno scimmiottamento di quel che è già successo nell'Elba Occidentale e dove gli imprenditori turistici, proprio per questo, stanno rivedendo questo modello puntando all'ambiente ed al paesaggio come risorsa. Insomma, questo non è certamente il modo per risolvere il gap di sviluppo di Rio Marina rispetto agli altri comuni dell'Isola, si rischia concretamente di creare una grandissima struttura senza mercato, una cattedrale nel deserto. La situazione del turismo all'Elba, rispetto agli anni '80, è molto cambiata, questo ha fatto invecchiare paurosamente il Villaggio Paese. Il dibattito che si è sviluppato in queste settimane, promosso da S.O.S .Elba, ha dimostrato chiaramente che la società civile vuole cambiare rotta. Anche le forze politiche hanno risposto positivamente, certo con meno sincerità e con più attenzione al proprio bacino elettorale. I DS, per primi, hanno dato un segnale chiaro prendendo le distanze dalle scelte urbanistiche fatte dall'amministrazione campese di centro sinistra. L'onorevole Mussi è stato molto chiaro e convincente nell'esporre le sue argomentazioni a sostegno dell'adesione a S.O.S. Elba in merito alle tematiche dell'ambiente. Questo preoccupato dibattito, che ha coinvolto migliaia di persone in una serrata ed inedita discussione sul futuro urbanistico ed economica dell'Elba, non trova riscontro nelle forze politiche riesi, che ripropongono l'urgenza di una definitiva approvazione del progetto del Villaggio Paese. L'articolo apparso sul Tirreno del 4 settembre 2002 è un segnale spiacevole di quanto sia ancora radicata nei DS e nella Sinistra, ieri al governo ed oggi all'opposizione a Rio Marina, questa vecchia e superata scelta. Ma anche la destra oggi al governo, accodandosi, dimostra debolezza progettuale ed incapacità di comprendere le nuove priorità del turismo. La logica economica che dovrebbe sostenere l'intervento, non è chiara ed è difficile da capire se non riferendosi a ragioni speculative verso un territorio di particolare pregio ed interesse. Eppure è chiaro che il residence di Ortano mare e quello di Capo D'Arco non sono serviti da volano per quel processo virtuoso, propagandato al momento di scegliere questa strada, capace di far crescere la collettività ed il paese che tali insediamenti ospita. I villaggi turistici e le grandi strutture ricettive in genere, per loro esigenze economieche e produttive, incorporano tutte le attività e i servizi connessi alle loro attività, offrono un "pacchetto" tutto compreso. Così, ai territori che li ospitano, chiedono servizi notevoli in fatto di infrastrutture: viabilità, depurazione, rifiuti ecc. e danno in cambio una manodopera stagionale, dequalificata, precaria. Rio Marina ha già vistose carenze infrastrutturali, caricarla di 1000 presenze, nel periodo estivo, significa metterla a rischio di collasso, per ottenere una modestissima ricaduta economica a vantaggio del commercio locale. Rio Marina ha bisogno di interventi mirati al recupero del proprio patrimonio edilizio, del centro storico, di un turismo diffuso che crei ricchezza diretta (bed and breakfast, pensioni, piccole strutture alberghiere, agriturismi) e che faccia rivivere il vero paese minerario e non ne crei un altro fasullo; Rio Marina ha bisogno di interventi sugli impianti di smaltimento dei reflui urbani; di parcheggi; di una progettazione seria e di lungo respiro della portualità; di un piano di valorizzazione e accesso alle spiagge. Insomma ha bisogno di riprogettare se stessa, riscoprendosi dopo una crisi ultraventennale, economica e culturale, che l'ha impoverita soprattutto in professionalità, socialità e capacità di progettare un futuro diverso da quello minerario o legato alla costruzione di grandi interventi. Le scelte economiche dovrebbero essere commisurate alle possibilità reali dell' imprenditoria locale, mentre il Villaggio Paese prevede investimenti economici rilevantissimi che ne impediranno la partecipazione Infine, al Sindaco Onorevole Bosi, ai DS, al Presidente del Parco minerario (quale maggiore sponsor del progetto) chiederei di far uscire la discussione dalle stanze del Comune onde verificarne l'eventuale bontà e condivisione in un confronto democratico e pubblico. A questo si aggiungerebbe un impatto sul territorio fortissimo (parcheggi, infrastrutture, viabilità, servizi, che non può essere nascosto dalla creazione di questa Dysneyland delle miniere, di questo Paese artificioso staccato dal vero paese che ha bisogno di rivivere..
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