Quella dell’isola d’Elba è una realtà del tutto particolare nell’ambito del nostro territorio. Le sue attrattive rappresentano un richiamo straordinario per i molti visitatori. Eppure l’andamento delle presenze turistiche di medio livello negli ultimi anni segnala una flessione pressoché costante, confermata anche in questa estate 2007, come si rileva dal preoccupato allarme dell’associazione Albergatori. Una flessione che si deve certamente arrestare, prima di imboccare un circolo vizioso di crisi e rincari. Oltre che dalle difficoltà del comparto turistico, l’Elba è minacciata da una sorta di smobilitazione di presidi essenziali, nel campo della sanità, della giustizia, delle amministrazioni pubbliche decentrate. Una specie di “fuga dei servizi”, indotta da tagli della spesa pubblica che da un anno coincidono paradossalmente con l’aumento della pressione fiscale. Queste difficoltà colpiscono due volte gli elbani: la debolezza economica mortifica il lavoro, le imprese, le attività commerciali e turistiche, mentre i cittadini, gli utenti, le famiglie sono silenziosamente e progressivamente privati di servizi - e quindi di diritti - riconosciuti come essenziali. Basti citare il trasporto marittimo pubblico mentre per altri servizi, come la raccolta di rifiuti o il ciclo delle acque, il costo è direttamente proporzionale alla diffusa insoddisfazione degli utenti. Alcune singoli comuni hanno raggiunto risultati notevoli, di buona amministrazione e cura dei centri abitati, ma l’attenzione che i vari livelli istituzionali rivolgono all’isola d’Elba sembra sempre più sporadica, e ispirata all’idea di vincolare e imbrigliare. L’on. Bosi, da sindaco di Rio Marina e deputato Udc, ha lanciato su questi temi una discussione pubblica che ribalta il punto di vista fin qui seguito: si parta dallo sviluppo dell’Elba; sostenibile sì, ma sviluppo. Si parli di incentivazione alle imprese e di sostegno alle infrastrutture. Si avvii pure una pianificazione urbanistica sovracomunale, ma che non vada a imbalsamare l’isola. A queste proposte sono chiamati a rispondere non solo gli amministratori regionali e provinciali, ma anche i partiti politici. Per esempio Ds e Margherita, impegnati nella costruzione del Partito Democratico, dovrebbero chiarire se il neonato Pd vorrà e potrà affrontare questi nodi dello sviluppo locale, affrancandosi da logiche vecchie e inconcludenti, o se invece si adeguerà al torpore che in questi anni sta pericolosamente imbalsamando l’Elba.
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