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A sciambere della motosegata subacquea ed altre segate"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 23 ottobre 2007

Non si può certo dire che la proposta di Arcipelago Libero di Aree Marine Protette manchi di originalità! Un’Amp che tre leggi dello Stato prevedono unica viene divisa in due, sud e nord come le Coree, e poi frazionata in nove all’Elba, tipo risultato della guerra in Iraq o cantoni svizzeri però col mare invece che con i laghetti alpini. Poi sonmo tutte zone "B", che però sono zone "A" “touch&entry”, ma non si può dire, perché sennò Yuri Tiberto si incazza e i pescatori se ne accorgono. Il controllo sarebbe così peripatetico, a saltagalletto, e più che la Capitaneria di Porto per controllare questi francobolli marittimi ci vorrebbe un filatelico incaricato dalla Bolaffi, dotato ovviamente di dirigibile. Un arcipelago davvero libero di sostenere la più peregrina delle ipotesi con grande sprezzo del ridicolo. Ma il colpo di genio è, visto che il Parco non piace, la proposta di affidamento della gestione dell’Area Marina Protetta alla Comunità Montana che più o meno sarebbe come affidare la salvaguardia dei cervi delle Foreste Casentinesi a un pescatore ponzese di Campo o ad un pastore Masai il censimento dei pinguini imperatore. Ma forse nella scelta del soggetto ha giocato un ruolo decisivo il nome d'arte del Presidente, notoriamente richiamante alla memoria un commestibile mollusco cefalopode simile al calamaro. Che poi la Comunità Montana, come dice la parola stessa e la legge, non abbia assolutamente il compito ed il potere di gestire le Aree Marine Protette, è solo un mero dettaglio per l'intemerato ingegnere istituzionale di Arcipelago Libero, che ha partorito questa ardita congiunzione contro natura, che se lo sa Benedetto XVI scomunica il puerpero. La cosa più bella è comunque che mentre erano lì che ponzavano per trovare una soluzione impossibile (una di quelle che ti devono dire di no per forza e così te puoi dire che sono centralisti, antidemocratici e colonialisti) non si sono accorti che la Comunità Montana che dovrebbe gestire l’Area Marina Protetta 95 su 100 la chiudono (purtroppo, visto che funzionava). Peccato, ci perderemo gli operai forestali che vanno a sfrondare le praterie di posidonia con le bombole e la motosega subacquea.


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