Rubata la targa dell’àncora storica calata sul fondo del mare dello Scoglietto di Portoferraio nel giugno scorso. Sconosciuto l’autore del trafugamento – avvenuto nella prima metà di settembre -ma per le modalità ed i tempi in molti sono convinti che non si tratti di un banale cacciatore di souvenir, quanto piuttosto del protagonista di una azione di ripicca o di vendetta. La targa, opera dell’artista Nevio Leoni, incisa su dieci chili di un nuovissimo materiale sintetico, era posta a corredo della pesante ancora ammiragliato immersa a 27 metri di profondità, omaggio della Guardia di Finanza all’Area di Tutela Biologica considerata il paradiso della subacquea dell’Arcipelago ed era stata posizionata con l’ausilio dei sommozzatori dei Vigili del Fuoco durante una cerimonia festosissima cui avevano partecipato le diverse Autorità e tutti i Diving dell’isola ed alla quale si riferisce anche l'immagine della benedizione dell'opera qui a sinistra. Arricchito della bella àncora ottocentesca, quasi 3 metri di altezza per una tonnellata di peso, ritrovata durante lavori di scavo nei fondali del molo delle vedette della Finanza del capoluogo elbano, il mare dello Scoglietto ha continuato a rimanere vitale, frequentatissimo e relativamente tranquillo fino alla fine del mese di agosto. A partire da quella data, in concomitanza con il sequestro operato proprio dalla Squadriglia Navale della Finanza di due boe di ormeggio abusivamente installate nel bel mezzo dell’Area protetta - con tanto di corpi morti di cemento sul fondale - alla targa sommersa dal blu dello Scoglietto cominciano ad accadere inspiegabili incidenti. La prima volta, alcuni subacquei si accorgono che la targa ed il plinto che la teneva vicino all’àncora erano stati spostati di almeno un metro verso il basso. L’ inspiegabile incidente viene risolto dai sub della Finanza e dei Pompieri, con l’aggiunta di una catena fissata direttamente alla grande àncora. Dopo pochi giorni però la targa si presenta di nuovo”incidentata”: le quattro viti angolari che la fissano al basamento sono state svitate , la targa è stata appoggiata “ a faccia in giù” e riavvitata lasciando in mostra il suo retro. Nuovo intervento di Finanza e Pompieri che svitano, riavvitano e riemergono lasciando tutto a modino. Solo per poco, perché la targa si “ incidenta” un’altra volta ed in modo serio: scomparsa la catena che la tiene agganciata all’inamovibile àncora, plinto e targa sono rovesciati e trascinati 40 metri più sotto. I Finanzieri che si immergono controllano che la targa sia integra, decidono di rimuoverla per evitare ulteriori “incidenti” e risalgono per organizzare l’operazione. Quando tornano, sotto il plinto rovesciato, spostato ancora una volta, la targa non c’è più.
targa ancora scoglietto