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A Sciambere della lettera aperta ai Segretari della sinistra

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 17 ottobre 2007

Cari segretari Diliberto, Giordano, Mussi e Pecoraro Scanio e segretari dei suddetti segretari, e segretari di costoro, e via giù giù fino a giungere al livello delle locali guide di noi volgo sciocco, non so se avete sentito domenica il trillare di un campanellino, noi che non ci credevamo a quella affluenza di gente, abbiamo sentito una scampanata perfino più forte di quelle che ci sono elargite dal rumoroso limitrofo parroco. “Din Don - diceva la campana – gli italiani si sono frantumati gli zebedei con la frantumazione politica, anzi si stanno perdendo in una geografia politica che è più complicata della dichiarazione dei redditi, e pure moltissimi che sarebbero inclini a schierarsi da questa parte del vallo creato dalla costituzione del PD, non sentendosi sopra la testa il tetto di una casa comune della sinistra (e in verità vedendo che siete in ritardo con le fondazioni e le rifondazioni) hanno scelto di entrare almeno temporaneamente sotto il tendone riformista dove ci sta a questo punto tutto e il suo contrario”. Datevi una svegliata che il sole è alto e prendete atto che la gente della sinistra (la vostra gente) ha infinitamente più voglia di stare insieme di quanta ne abbiate voi, i vostri delegati, i delegati dei vostri delegati e ancora giù giù sempre fino a noi volgo sciocco. C’è una Sinistra Italiana da fondare (non come dice Veltroni “Sinistra Radicale”, Sinistra Italiana e BASTA) e c’è vi avvertiamo una certa montante insofferenza nel vedervi perdere tempo a gareggiare a chi è più rosso, a chi è più verde, a chi è più furbo, a chi sputa più lontano. Il vostro popolo (scusate l’ardire ma il volgo è volgare) “non ne pole più di farsi mangiare il pipo dalle mosche”, mentre voi discettate, procedete con cautela, ponderate, pensate e ponzate. Già che ci siete riflettete anche sulle conseguenze di un fallimento, perché se ci faceste perdere anche questo treno non ve la caverete mica con un vaffa grilliano e cioè goliardico, ondivago, un po’ qualunquista, effimero e neppure troppo originale (chi si ricorda del Signor Michele Colucci, in arte Coluche, comico francese che negli anni 80 con il motto “Bleu, blanc, merde” si candidò all’Eliseo ed arrivò a raccogliere il 16% delle intenzioni di voto dei francesi prima di ritirarsi?). No, se fallite a quel paese vi ci manderà la vostra gente, e sarà il frutto di una incazzatura ragionata e lucida, e vi peserà sugli onorevoli gropponi come un macigno perché per un bel pezzo vi ricorderanno come quelli che potevano e dovevano costruire la Sinistra e non l’hanno fatto.


carta penna calamaio

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