In questa fase della politica locale dove la corsa alle poltrone o per rimanerci raggiunge toni sempre più esasperati vi è almeno una notizia tranquillizzante: la nomina a Vicesindaco di Novaro Chiari, l'uomo politico elbano più rilassato, che non chiede e non sollecita cariche, pur essendo in carica ininterrottamente, con la destra o la sinistra, da oltre trent’anni. Siamo certi che anche quest'ultima carica sarà stata da lui accettata controvoglia. Comunque, ci fa piacere perché questo suo annoiato distacco verso i riconoscimenti e gli onori, in una realtà litigiosa come quella che lo circonda, risalta come rara dote umana e in definitiva rappresenta una lezione di civiltà per tutti. E pensare che qualche anno fa aveva rischiato di finire la propria carriera politica da vero socialista, con una condanna della Magistratura. Non per aver rubato, naturalmente, perché Novaro è una persona onesta, ma perché non aveva fatto una cosa che, come amministratore e soprattutto come gentiluomo, avrebbe dovuto fare: rispondere, ad una lettera di una signora. E' andata bene, e non poteva essere diversamente, e così e ce lo siamo trovato di nuovo in competizione alle ultime elezioni. Camuffatosi, dopo la battaglia di tangentopoli, come tifoso di Forza Italia, si è collocato in un drappello di reduci sbandati di altri partiti: autonomisti ex democristiani, socialdemocratici, ex liberali, ex fascisti, ex monarchici e qualunquisti opportunisti di ogni risma, tutti insieme “d’azzurro vestiti" e in cerca di futuro con poltrona. E Lui, senza alcuno sforzo, se ne è trovata una addirittura da assessore. Dimostrando così un talento e una classe non comuni “nella difficile arte di rimanere a galla senza apparire il solito stronzo”. Così la pensano almeno i cittadini che lo hanno eletto. Questo cultore della "Way of life" popolare, che potrebbe racchiudersi nella formula C.C.B.B. ( Casa - Comune Bar - Ballo liscio ), è stato per oltre 20 anni una presenza rassicurante nei corridoi del comune, dove lui si sentiva in famiglia, aiutato forse dalla presenza di due figlie. Sempre disponibile, non ha mai negato, né mantenuto, una promessa a nessuno. Non per cattiveria, naturalmente, perché Novaro non è cattivo, ma per natura: per mantenere una promessa bisogna fare, prendere decisioni, assumersi responsabilità, e lui semplicemente non è nato per questo. Cresciuto nella cultura popolare che affina furbizia e prudenza sapeva che : " Chi non fa non falla " . Ecco perché rimase dolorosamente sorpreso dalla condanna. Com’ è possibile che si possa condannare chi non fa nulla? Ma la scoperta che, secondo la Magistratura, si può essere ritenuti colpevoli anche rimanendo seduti in una poltrona senza fare un cazzo non ha cambiato il suo atteggiamento. Anche durante la vicenda degli sfratti alle associazioni e delle vicende connesse alla sistemazione degli ospiti della Falconetta in roulottes, lui, assessore al Demanio (cioè l'assessorato sotto la cui responsabilità ricadevano le soluzioni di questi problemi) è stato completamente assente. Sembrerà incredibile, ma per essere certo di non fare - e anche di non dire nulla - non era presente nemmeno agli infuocati dibattiti comunali sugli argomenti. E' difficile non avere simpatia per un personaggio del genere che, mentre gli altri si rompono i coglioni con i problemi del suo assessorato prendendosi pesci in faccia dall'opposizione, seduto di fronte al piccolo bar che fronteggia il Monte dei Paschi, in piena zona aperitivo e in compagnia del fido Campari, osserva con aria annoiata il traffico che passa, masticando olive e posando diligentemente i noccioli nel portacenere. Più che un politico locale, Novaro è un filosofo nazionale per il quale non vi è problema per la soluzione del quale valga davvero la pena rompersi le palle. Questo può nuocere gravemente alla salute. Insomma, è una lezione di vita per tutti. Potrebbe essere un esempio per le prossime generazioni.