Con l'animo allietato dalla micidiale allocuzione di Marco Travaglio che ha messo in croce quel Cioni che da oscuro assessore fiorentino è diventato un personaggio nazionale con la sua battaglia per l'ordine pubblico a partire dai lavavetri (roba da farci rimpiagere Calderoli, almeno fa ridere) abbiamo passato un altro giorno e smarcato una tacca sulla "stecca". Sì, stiamo aspettando spasmodicamente domenica, ma non è che friggiamo dalla curiosità di sapere chi avrà vinto al congresso del PD né perdiamo il sonno nell'ignorare ancora di sapere chi sarà eletto tra i padri e le madri assembleari della democrazia cristiana del futuro. Aspettiamo in gloria domenica perché con essa cesserà lo stillicidio di interventi promozionali delle diverse anime del nuovo partito di centro con due piedi e le mani al centro (per parafrasare la nota definizione derrichiana), a cui Casini fa già la serenata con D'Alema che gli tira i bacini. Siamo al "final countdown" da lunedì niente più manifestazioni di appoggio di tizio a caio, ora esposte in forma chiara sintetica, ora scomposte in devastanti pippettoni, ora svippate in volute lessicali barocche e soporifere, ora giulivamente tintinnanti garruli: "Babbo vieni che ti insegno come si pipa!", comunque tutte ispirate più che a una logica di confronto interno, tra persone che dovranno stare nello stesso partito, al noto proverbio: "Erano tre fratelli e un cugino, e ognun tirava l'acqua al su' mulino!" Uh bene!.
Mezzanotte orologio