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A Sciambere dei veteri, dei ceteri e del Chè

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 09 ottobre 2007

caro sergio, prendo spunto da a sciambere di elbareport di sabato,dicendo che condivido quello che dice l'elettore di sinistra. Poi mi sovviene che esattamente quaranta anni fa veniva ucciso a La Higuera Ernesto Guevara De La Serna,detto Che. Pensare che quaranta anni e cinque giorni dopo la morte del Che nasce il Partito Democratico mi deprime. Del resto il buon Crozza,qualche anno fa,ce lo aveva già cantato,nella sua parodia di Bamboleio dei gipsy king "....me falta il corazon,volevamo Che Guevara e c'è Bordon..." Sono scontento. Scontento del centro sinistra,della sinistra,del governo e del comune dove vivo. Forse è colpa mia. Sono e rimango un vetero-comunista e quello che ora si fregia del nome di sinistra, qualsiasi cosa sia, non mi appartiene. non mi ci riconosco e sopratutto non voglio farne parte. Spero solamente di non essere l'unico.E spero di avere qualcosa da votare alle prossime politiche e amministrative, ma la vedo nera. saluti comunisti francesco cimino Eh no, France' non sei l'unico, e mi viene da aggiungerci "purtroppo", perche se tu lo fossi (anche se non è automatico che ad essere soli si ha torto) ci sarebbero almeno statisticamente più probabilità che tu avessi clamorosamente sbagliato la mira. Mi pare che questi siano tempi assai duri e confusi. Tuttavia non condivido gli accenti più pessimisti del tuo pensare, perchè a differenza che nel calcio in politica l'arbitro non fischia mai tre volte, dopo il riposo ci sarà ancora un altro tempo da giocare e così via finché la storia continuerà. Non credo ci sia proprio niente di male nell'essere "vetero-comunisti" ammesso che lo possa essere uno che certamente non inneggia a Stalin o ai gulag, e non trovo nemmeno scandaloso che si sia "veteri". Personalmente ho smesso di fare attivamente e quotidianamente politica molto prima dello scoccare delle 50 primavere, ma non trovo scandaloso che facciano politica anche i "veteri". Caso mai ai veteri politici è giusto contestare di non lasciare spazio ai "ceteri" (agli altri, latineggiando grossolanamente). Perchè il problema è che le forze politiche stanno implodendo verso esclusivi clubbini, verso clan familiari serrati ai ceteri, veteri o meno. I veteri comunque in politica debbono fare quello che è giusto facciano in ogni sano contesto: debbono mettere a disposizione la loro esperienza, il loro vissuto per aiutare gli altri a formarsi e a crescere, e debbono anche capire quando farsi da parte, che non significa mollare del tutto; può significare accettare un ruolo subordinato, dedicare l'impegno civile su altri fronti. Ho visto in TV l'altro giorno un anziano signore che partecipava ad una manifestazione sfoggiando una Tshirt con una frase stupenda per autoironia e correttezza politica: "Barcollo ma non mollo!" E vuoi mollare tu Francesco? E' vero dal punto di vista di chi si sente uomo del cambiamento rivoluzionario che 40 anni dopo il Ché si trasformi una frazione della sinistra italiana in una forza liberal-democratica come il P.D. può risultare Pallosamente Deprimente. Ma pensa un po' quanto fruttuosamente passa certe volte il tempo. Quella era un'America Latina in cui il Ché tentava di soccorrere gli ultimi della terra a colpi di mitraglietta, o di M12, perchè il continente intero era dominato con la complicità degli Stati Uniti da una serie di dittatori fascisti e sanguinari. Di lì a poco anche il primo esperimento di democrazia sociale in Cile sarebbe stato soffocato nel sangue dal generale traditore ed assassino Augusto Pinochet e dai sui squadristi, ci sabbe stato ancora al potere, nella patria del Ché, in Argentina il generale assassino Videla, quello che faceva gettare gli oppositori vivi dagli aerei nell'Atlantico. Ora quel continente, tutto quel continente guarda a sinistra, due indios sono capi di stato, una donna socialista, figlia di una vittima di Pinochet governa il Cile, il sindacalista Lula ha vinto e rivinto le elezioni in Brasile, tutto senza che si sia sparato un colpo di fucile. Non è morto invano Ché Guevara, e lo slogan di Legambiente "pensare globalmente, agire localmente" può essere mutuato anche su fronti diversi da quelli ambientali.


sud america

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