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Renzo Moschini: Quale area marina protetta?

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : giovedì, 27 settembre 2007

Non credo di essere il solo a faticare non poco a seguire il dibattito (quando lo è) sull’area marina. C’è chi rivendica il diritto non solo di dire la sua ma anche di attestare che raccoglie molti consensi ( e firme) pur agendo da solo. Altri che parlano (con ragione) di troppi chiacchiericci. La personalizzazione con relativi scambi di accuse che rivangano anche nel passato e scadono sovente nel più banale pettegolezzo è massima e ogni giorno si rinnova. Chi rivendica l’iniziativa dal basso e soprattutto in nome dei più svariati ‘interessi’ non sempre definibili tali e così via. Ma perché al parco nazionale dell’Arcipelago ‘serve’ una area marina di dimensioni non da piscina, unitaria e non frammentata da tutto questo chiacchiericcio è davvero difficile o forse impossibile capirlo. Ho messo volutamente serve tra virgolette perché un parco nazionale in quel territorio avrebbe ben poche speranze di svolgere la sua importantissima funzione, realizzare i suoi compiti, esercitare correttamente e adeguatamente il suo ruolo se non potrà estendere la sua azione ad una area marina non simbolica. Il ruolo dell’area marina scaturisce unicamente e semplicemente dalle finalità del parco e non va ‘inventato’ sulla base di arzigogolate e talvolta assurde motivazioni, dettate per lo più dalla peraltro dichiarata volontà di ridurne il ‘danno’. Perché se si ritiene che i parchi e le aree protette costituiscono comunque una ‘penalizazzione’ è chiaro che si cercherà soltanto di ridurre il più possibile l’area di intervento. Ma questa è una caricatura del ruolo dell’area protetta terrestre o marina che sia. Davvero si pensa che l’arcipelago e le piccole isole che si riunisco ogni anno a Porto Venere non abbiano oggi innanzitutto bisogno e urgenza di mettere al sicuro quei ‘tesori’ di cui giustamente si parla? E si pensa davvero che ciò sia possibile senza interferire nella pesca che fa danni alla biodiversità ma anche e al tempo stesso all’economia e così al turismo di cui pure si favoleggia salvo lamentarsi a chiusura della stagione che le cose non sono andate bene?. Per colpa del parco e dell’area marina che non c’è? Non diciamo sciocchezze. Oggi specialmente in ambienti come l’arcipelago c’è bisogno di una lavoro di squadra tra tutti gli enti locali -come direbbe Montezemolo- e del parco che al loro operato può dare un di più preziosissimo e ‘speciale’ proprio per le sue funzioni. Altro che penalizzazione. Chiedano i troppi scettici un po’ azzeccarbugli alle Cinque Terre. La conclusione di questo mio ragionamento è molto semplice; la discussione va fatta tutti insieme a partire dal parco che mi sembra ancora troppo defilato (timoroso?) per definire l’area non solo marina su cui oggi debbono vigere norme a forte connotazione ambientale che solo ragioni polemiche possono presentare come una spropositata ICI. Di tasse di quel genere all’arcipelago se ne sono già pagate molte, ma non certo per colpa del parco. Chissà che non possa essere proprio il parco a introdurre qualche opportuna esenzione agli elbani. Per farlo però è bene uscire da polemiche da ‘isola dei famosi’.


la foce campo panorama spiaggia

la foce campo panorama spiaggia