In effetti la proposta di Yuri, e di chi con lui o in altro modo ha esercitato quello che rimane della sua capacità critica ed intellettiva, è alquanto velleitaria. La pretesa è quella di avere una propria visione, una propria conoscenza, qualcosa che vada oltre i modelli di salvaguardia ambientalisti fino a qui elaborati e diventati ora strumento di governo. Quando avviene all’Elba è esemplare. Si parte con proclami per il coinvolgimento della popolazione, con l’intenzione di voler elaborare un processo ‘dal basso’, e poi quando da qui vengono proposte, idee nuove, vengono tacciate di ingenuità o di stupidità. Allora il processo dal basso è solo una ipocrisia, le proposte dei cittadini vanno bene solo se rientrano nelle strettoie decise altrove, in luoghi asettici ben lontani dal territorio e dai suoi abitanti. Quale strana concezione della democrazia hanno questi ambientalisti! D’altra parte il termine ambientalista richiama subito quello di riserva. E’ la stessa concezione; non tutti gli uomini sono ambientalisti, ma solo pochi illuminati, riconoscibili in quanto membri di poche accreditate associazioni; solo a loro spetta l’individuazione delle soluzioni, il governo del cambiamento. Non tutto il mare è degno di tutela ma solo poche riserve in cui far rinascere il sogno primordiale e da cui estromettere l’intruso umano (magari non proprio tutti). Il modello che si vuol imporre all’Elba nasce poi da due fallimenti: quelle delle AMP italiane e quello dell’Ente Parco. Sarebbe quindi opportuno prendere atto di questo, dismettere tanta arroganza e rimettere in discussione tutto. Ascoltare prima di parlare. Gabriele Berti uno dei 3000 (per ora) Caro Signor Gabriele Immagino che lei sia lo stesso Gabriele che su "Camminando" invita i frequentatori del blog a scriverci in massa, e mi complimento con lei perché in questo caso usa tanto di nome e cognome. Vedo anche che la sua raccomandazione a civili messaggi corrisponde ad un comportamento conseguente, Non è poco neppure questo, visto il tono e gli "argomenti" talvolta usati da alcuni frequentatori di quel blog (pure nei confronti di Elbareport). La ringrazio inoltre perché risponderle è occasione per esprimere alcune opinioni sulla vicenda. Atteso che il Sig. Tiberto e i 3000 firmatari sono tutti responsabili delle loro azioni (e firme) e legittimati a sostenere questa loro campagna, mi permetta un riferimento personale. Non mi considero un esperto della materia (magari lei lo è) ma diciamo che come politico e come giornalista sono stato obbligato per tantissimi anni a leggermi e a tentare di interpretare documenti, leggi, proposte tecniche etc.. Bene, le assicuro che, con questo allenamento e questo vissuto ci ho messo un bel po' di tempo (nel frattempo pubblicando anche interventi lunghissimi, pure più di questo, non so quanto digeribili dal lettore medio) tutto per: a) Capire cosa in soldoni proponeva in rapporto all'esistente il Sig. Tiberto; b) Capire cosa in sostanza gli contestava Mazzantini; c) Farmi un personale punto di vista Ora io, mi perdoni, sono abbastanza scettico sulla chiarezze delle idee (tecniche) in materia da parte di un quinto della popolazione campese, che in pochi giorni sarebbe stata resa edotta sul reale contendere tanto da esprimere un informato parere (o l'adesione ad un parere) così articolato su discipline così complesse. Non discuto sul fatto che molti si siano informati (anzi mi fa piacere) ma è chiara anche una adesione fiduciaria da parte di moltissimi a qualcosa che pensavano si opponesse comunque al Parco, ed al generale criterio di porre delle regole, per il quale è maturata una insofferenza di cui va preso atto e su cui bisogna ragionare. Ma mentre sono sicuro che in molti che hanno firmato "contro l'A.M.P.", c'è una avversione al Parco in quanto tale, ed agli strumenti di salvaguardia, non mi pare che i ragionamenti di Tiberto vadano nella direzione di proposte di legge abrogative della 394 e con esse l'abolizione del Parco e neppure contro l'applicazione di strumenti di protezione del mare. Non capisco poi questa contrapposizione tra Legambiente e la "gente". Legambiente è gente, è un'associazione con 120.000 soci in Italia (di cui lo 0,1 per cento, 120, sono elbani) e pure molto capace di parlare con la "gente" dell'Elba, se contro la cementificazione delle coste ha raccolto all'Elba 6.000 firme, se è considerata un soggetto sociale tra i più vivaci e presenti nella realtà insulare. Non capisco inoltre questa levata di scudi, questa condanna per una pretesa "lesa Tibertità". Le idee di Tiberto, come quelle di Mazzantini, Berti e Rossi sono tutte discutibili ed ognuno (nel rispetto della legge)è libero di usare il tono che crede ed interviene in una discussione con gli strumenti conoscitivi e gli argomenti che ha (se li ha). Credo infine che così come è legittimo che un cittadino formuli una proposta e cerchi di organizzare intorno ad essa del consenso, è altrettanto legittimo che quella proposta sia criticata dal portavoce locale della maggiore associazione ambientalista (peraltro nominato in un congresso dalla stessa associazione membro della dirigenza nazionale e responsabile delle politiche di Legambiente verso le isole minori, nonché nominato da due diversi ministri di centrosinistra nel direttivo del PNAT e da un Commissario di Destra, Barbetti A.N., consulente del PNAT). Mi lasci poi osservare Sig. Gabriele che è del tutto distorta la sua rappresentazione di Legambiente come una congrega di settari il cui fine sarebbe salvare il "piumpero dalle ali rosa" a discapito dell'uomo. Per quel che mi risulta la filosofia che la ispira è quella che dovrebbe condurre ad un riequilibrio ecologico, ad un mondo da cui le specie viventi (uomo ben compreso) godano dell'esistenza con la maggiore qualità di vita possibile. Posso testimoniare caso mai l'esatto contrario, il sistematico impegno di Legambiente contro "l'esclusività" nella fruizione di beni naturali. Basterebbe soltanto citare le ricadute nazionali del "Mare in Gabbia" contro la privatizzazione delle spiagge" Chi poi avrebbe conculcato la democrazia, chi tenterebbe di inficiare la partecipazione? C'è stata una raccolta di firme, che magari continuerà. Tiberto ha presentato i risultati a chi di dovere, al Presidente della Conferenza dei Sindaci. Questi, con i suoi colleghi, deciderà sulla validità tecnica e sulla fattibilità di quanto suggerito dalla petizione e se rappresentarlo o meno all'interno delle proposte che deve inviare al ministero dell'ambiente. Se poi si trattasse di dover cambiare leggi dello Stato o direttive europee i soggetti a cui rivolgersi sarebbero i parlamentari italiani ed europei. Nel caso che i sindaci (ed i loro consigli) o i parlamentari disattendessero le aspettative di Tiberto e dei suoi supporter, ai non soddisfatti, altro non resterebbe che lavorare per mutare a loro favore il giudizio di questi o dei prossimi organismi liberamente eletti. I processi dal basso, ovvero la partecipazione, Signor Gabriele, la si esercita comunque entro un contesto normativo e nel rispetto dei ruoli e degli ambiti decisionali che le leggi della democrazia italiana ed europea definiscono. Il resto, credo, è un vuoto chiacchiericcio.
Fotosub tesei 2005 2