Ho usato la sigla per comodità il mio nome è Bianchi Elio, altre volte ho inviato scritti al vostro giornale on line, lavoro all'Elba da 15 anni a Marina di Campo, sono un uomo di sinistra credo fermamente al progetto del PD come l'unica possibilità per ricollocare storicamente e fare vivere ideali e valori ad una sinistra democratica e riformista, non protestataria ed ideologica, la sola strada credibile per dare un futuro ad una sinistra moderna che aspira al governo del Paese in alternativa alla destra. Cordialmente, Elio Bianchi Bene Signor Bianchi La ringraziamo ulteriormente per la correttezza e per la sua attenzione, anche perché quanto lei afferma e ribadisce ci fornisce lo spunto per riflettere, magari un po’ più ispirati alla “lode del dubbio” di brechtiana memoria rispetto al suo certissimo procedere, su alcuni termini che usa. (non da solo) come “riformista” e “democratica” che risultano un po’ vaghi , se sono i soli attributi che conferisce al futuro PD, perchè sicuramente non esclusiva di quel partito. Vorrebbe forse affermare che le forze che stanno a sinistra (secondo noi sostanzialmente e non solo nominalmente) in Italia come Verdi, Sinistra Democratica, PRC e Comunisti Italiani non perseguono una strategia di crescita sociale attraverso le riforme? Crede che non godano di una democrazia interna e non abbiano rispetto del gioco democratico? Non mi pare che si stia preparando una insurrezione armata, non mi pare che si profilino nuovi Stalin all’orizzonte, e allora democratici e riformisti lo siamo tutti, così come tutti siamo stati costretti ad essere protestatari. Pensi alla vergogna delle leggi ad personam del precedente governo, a quella porcata (lo hanno detto loro medesimi) di legge elettorale che ci hanno propinato, a quella riforma alla Licio Gelli della Costituzione fortunatamente cassata dal popolo italiano. Lei non ha avuto un moto d’animo, un atteggiamento di protesta? Facciamo allora che il problema è quando come e su cosa si riforma, e su cosa e come si protesta. E qui caro Bianchi si renda conto di una cosa (atteso che un’alleanza tra sinistra e moderati, liberal, centristi, o come meglio li vuol chiamare è essenziale in questo momento storico per battere le destre) che il dichiararsi di sinistra (ogni tanto) da parte di esponenti di un partito che ha cassato perfino il termine “sinistra” dal nome della nuova formazione, che ha seppellito la lezioni di uno capace di pensare con trenta anni di anticipo come Berlinguer, in funzione della rivalutazione del Craxi-pensiero (il ventre culturale ed economico del berlusconismo) è quanto meno comico. Guardi Bianchi che non c’è mica nulla di male ad essere dei liberal, dei democratici all’americana, basta dirlo, basta chiarire. Ma lei che forse è un cultore della teoria del taglio delle estremistiche ali (è, ci perdoni, preoccupante la sua fideistica chiusa dell’unica alternativa; altre alternative ci sono sempre) non può definirsi tanto tranquillamente di sinistra, fisto dove è andato a finire, così come non si può spacciare per una ballerina del Bolscioi un ippopotamo, anche se veste un magnifico tutù di tulle.
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