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Lettera aperta alla sinistra

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 19 settembre 2007

Rifondazione, Sinistra Democratica, Comunisti Italiani e Verdi a Portoferraio, all’Elba ed in Italia devono capire che nessuno ha bandito una gara a chi è più rivoluzionario all’interno della sinistra, o a chi è più realista o a chi è più pragmatico etc. La sfida è quella che loro pone un elettorato che non si rispecchia nelle poche centinaia complessive (2 o 3?) di aderenti a queste formazioni politiche all’Elba, che risulta molto mobile (chi scrive negli ultimi anni ha votato per tutte e quattro), che si aspetta ben altro da loro. La sfida è quella di costruire in questo paese, dopo la creazione del PD (come dire dopo la creazione di un blocco centrista e liberal), una “sinistra e basta” che abbandoni la pratica del suo sport preferito: dividersi fino a creare una marea di gruppi di dimensioni sub-atomiche. Non ho più una tessera in tasca da tempo, ma credo fermamente nei valori della Costituzione e nel ruolo di strumenti della democrazia e della partecipazione che questa assegna alle forze politiche organizzate in partito. Trovo illogico che del titolo di partito si fregi una organizzazione sostanzialmente, peronista come Forza Italia, guardo con molta preoccupazione al periodico montare di movimenti protestari, che finiscono per fare politica sbarcando nella terra dell’antipolitica (ed una politica antipolitica non si dà proprio), movimenti che comunque altro non fanno che ridabire la crisi di rappresentatività dei partiti. Non ho intenzione né bisogno di blandire chicchessia, per questo affermo chiaramente che dal mio punto di vista è stato un errore politico (grave) da parte di Alessi, il non astenersi sul documento proposto in Consiglio Comunale, così come il permanere all’interno di un gruppo consiliare che è di fatto il gruppo del nuovo PD. Ma sono errori uguali e contrari alcune affermazioni ed il tono usato nell’ultima nota dei compagni di Rifondazione, perché come è stato scritto (da Eugenio Finardi non da Carlo Marx): “L’avere ragione non è un dogma statico né una religione” e perché pare ispirato più che dalla volontà di ricucire il tessuto lacerato della sinistra da una sorta di smania testimonial-leopardiana “avanti, avanti! sol io procomberò!”. Cari compagni di Rifondazione, Sinistra Democratica, Comunisti Italiani e Verdi, avete un compito che vi dovrebbe far tremare i polsi, che vi dovrebbe fare accorti in ogni vostro atto, in ogni parola che dite. Avete da costruire una sinistra, per tanta gente che ha voglia di sinistra, per tanta gente che vuole una politica solidale, eticamente inappuntabile, ambientalmente avvertita, persone a cui non servono primi della classe né in radicalismo né in pragmatismo, gente a cui serve stare insieme in una casa comune dove far confluire idee e dove anche nuovi soggetti possano entrare.


alba tra giglio ed argentario  ridotta

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