La Sezione di Italia Nostra di Capraia interviene contro il progetto di vendita e trasformazione in strutture di edilizia abitativa e alberghiera del complesso dell’ex convento di S.Antonio e rilancia il progetto di uso pubblico e la destinazione a Casa e Museo del Parco Nazionale dell’Arcipalego Toscano Capraia, 18 settembre 2007 Con una lettera al Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio La Sezione di Italia Nostra di Capraia prende una decisa posizione contro i progetti di vendita a privati dello storico complesso. Ecco il testo integrale della lettera indirizzata al Ministro dell’Ambiente: Istanza perchè all'ex- Convento di Sant'Antonio, complesso seicentesco di notevole rilievo storico, architettonico e artistico, situato in Capraia Isola (Livorno), ripetutamente minacciato da un progetto di vendita a privati per trasformazione in struttura alberghiera, sia mantenuta la iniziale destinazione come locale Casa e Museo del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. On. Ministro nel protocollo d'intesa, sottoscritto il 29 marzo 2000 fra il Ministero delle Finanze, la Regione Toscana, la Provincia di Livorno, il Comune di Capraia Isola e l'Ente Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano per la "valorizzazione dei beni demaniali dell'ex-carcere dell'Isola di Capraia" si è previsto il passaggio allo Stato (Ministero delle Finanze) di una serie di strutture edificate situate all'Isola di Capraia. Tra queste il " Complesso S. Antonio (costituito da fabbricato conventuale principale, alloggi, ex-circolo agenti, magazzini, generatori, officina, Chiesa di Sant'Antonio) complesso già conferito all'Ente Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano per la realizzazione della locale Casa del Parco (nel caso è disponibile copia degli atti qui e di seguito citati). Dopo la vendita o il riutilizzo a scopo abitativo-alberghiero di tutti i più importanti edifici storici situati nel paese di Capraia (ultimo in ordine di tempo il cinquecentesco Forte San Giorgio, passato da privato a privato, ed oggi in ristrutturazione come residence-multiproprietà) il complesso di S.Antonio (principalmente consistente in un convento francescano, con annessa chiesa, risalente alla metà del 600; altre parti edificate, necessarie al suo trascorso utilizzo come diramazione principale dell'ex-carcere, sono state aggiunte nel tempo) è l'unico edificio di pregio rimasto libero sull'Isola di Capraia. La struttura ha un elevato interesse storico, architettonico e artistico e conserva, in particolare nella chiesa, numerose e importanti tracce della passata storia di Capraia (vedi allegato 1). La struttura inoltre costituisce l'unico contenitore sufficientemente capiente e prestigioso per dotare Capraia di una Casa e Museo del Parco capaci di proporsi come valida attrattiva turistica e di svolgere un ruolo culturale e didattico nei confronti degli abitanti dell'isola e dei visitatori. Onde impedire una irreparabile decadenza ed un eventuale improprio riutilizzo, il S. Antonio è stato a suo tempo individuato dallo stesso Comune di Capraia Isola, come struttura da conferire all'Ente Parco dell'Arcipelago Toscano per la realizzazione della locale Casa del Parco e Museo e, pertanto, dallo stesso Comune di Capraia ne è stato finanziato il relativo progetto di ristrutturazione in tal senso. A seguito di ciò, con decreto del Ministero dell'Ambiente del 31-12-1991, il Parco Nazionale dell'Arcipelago è stato ammesso al finanziamento di due miliardi e mezzo (2.500.000.000) sui fondi PRONAC del P.T.T.A. 1989-91 destinato all'esecuzione dell'intervento di cui alla scheda d'identificazione n. CTS n.178 consistente nel recupero e riqualificazione funzionale dell'ex-convento di Sant'Antonio (e di due altri immobili di proprietà del Demanio dello Stato siti nel territorio dell'Isola di Capraia Isola). Quindi con deliberazione n. 39 del 24-04-1998 l'Ente Parco dell'Arcipelago Toscano, preso atto degli interventi riguardanti il recupero e la riqualificazione funzionale dell'ex-convento di Sant'Antonio (e degli altri due edifici) si attivava per l'acquisizione della disponibilità del suddetto immobile. A seguito di ciò l'Amministrazione comunale di Capraia Isola ha disposto, con deliberazione del Consiglio comunale n.17 del 5-05-98, "la riconsegna del suddetto Complesso di S. Antonio al Demanio, sezione staccata di Livorno, per il trasferimento al Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano". Sia il Comune che la Provincia di Livorno hanno provveduto ad avviare i lavori di propria competenza realizzando in parte gli interventi in progetto, a tal fine utilizzando le anticipazioni ricevute dalla Regione Toscana effettuate con i fondi PRONAC all'epoca interamente trasferiti dal Ministero dell'Ambiente. Nel frattempo, cambiata l'Amministrazione comunale, si tenta la definizione del contenzioso Stato-Comune di Capraia Isola, tramite un' intesa il cui Protocollo, come sopra descritto, prevede la spartizione dei beni a suo tempo in uso all'ex-carcere. Il Complesso di Sant'Antonio viene quindi, dietro espressa richiesta del rappresentante del Ministero delle Finanze, Dr. Giuseppe Favale, Direttore Centrale del Demanio, inserito fra i beni da assegnare allo Stato, essendo l'unica delle strutture oggetto del Protocollo d'Intesa libera dal vincolo degli usi civici e quindi alienabile senza difficoltà. Il Comune di Capraia Isola, la Provincia di Livorno e la regione Toscana accolgono la richiesta nonostante che questa preluda, per generale ammissione dei diretti interessati, alla vendita del Complesso di S. Antonio ai privati, per successiva trasformazione in struttura alberghiera. Anche l'Ente Parco dell'Arcipelago Toscano, ancora assegnatario del suddetto complesso e, come sopra specificato, indiretto finanziatore dei lavori di ristrutturazione in atto, sottoscrive il protocollo d'intesa rinunciando così, inspiegabilmente e inopinatamente, all'unica struttura presente alla Capraia adatta a diventare una degna Casa e Museo del Parco. Risulta con tutta evidenza che l'apparente cedimento alle pretese del dottor Favale, rappresentante del Ministero delle Finanze, da parte della Provincia di Livorno, della Regione e dell'Ente Parco derivasse dalla volontà di favorire la fine del contenzioso Stato-Comune e di consentire così, all'attuale Amministrazione Comunale di avviare la "valorizzazione" dei beni demaniali dell'ex-carcere con la loro trasformazione in strutture di edilizia abitativa e alberghiera. Che l'Amministrazione di Capraia abbia progettato interventi di "sviluppo" edilizio e che, per questo, data la sua posizione di debolezza, abbia ceduto alle pretese dello Stato è comprensibile. Può essere anche comprensibile la posizione assunta dalla Provincia di Livorno e dalla Regione Toscana, ma non è certamente comprensibile che lo Stato si sia proposto di acquisire, sottraendolo al Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano allo scopo di rivenderlo a privati per una futura ristrutturazione turistico-alberghiera, uno dei beni più preziosi dell'isola, patrimonio non solo della Comunità Isolana, ma anche dell'intera Comunità Nazionale e sul quale già si è operato, come sopra specificato, un recupero finalizzato al suo utilizzo come Casa e Museo del Parco. Non è poi accettabile che l'Ente Parco sia stato assogettato ad una specie di ricatto e costretto a rinunciare ai propri legittimi interessi per la soluzione di problemi che con esso nulla hanno a che fare. Dietro istanza del prof. Folco Giusti, membro della Consulta Tecnica per le Aree naturali Protette dal 1992 al 1997, nonchè membro della Pro Loco e oggi associato alla locale sezione di Italia Nostra, l'allora Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, GIOVANNA MELANDRI, inviava al Soprintendente B.AA.AA.AA.SS. delle Province di Pisa -Livorno-Lucca e Massa (via Lungarno Pacinotti 46 - 56100 Pisa) una nota nella quale si chiedeva allo stesso di " voler condurre su quanto segnalato i necessari accertamenti, di voler proporre o adottare gli eventuali, conseguenti e più opportuni provvedimenti e di relazionare in merito" (vedi allegato 2). Dopo un sipario calato per alcuni anni sul destino del complesso di S. Antonio la Comunità Montana dell'Isola d'Elba e Capraia, riconosciuta l'importanza della struttura, si è fatta promotrice di un'iniziativa tesa al suo recupero ed ha, quindi, affidato l'incarico alla dott. arch. Clara Ceci di predisporre un nuovo progetto di ristrutturazione del complesso di S. Antonio ai fini del suo utilizzo come Casa e Museo del Parco e dell'Isola di Capraia. La Sezione di Capraia Isola di Italia Nostra, forte del consenso di tutti i suoi soci, a nome proprio e di numerosi altri abitanti (residenti o proprietari di casa nell'Isola di Capraia), si rivolge alla S.V. perchè, considerato quanto sopra, si faccia promotore: 1) di un intervento teso, non solo e non tanto a salvaguardare il Complesso di S. Antonio di Capraia Isola da ogni e qualsiasi intervento speculativo che ne altererebbe irrimediabilmente le caratteristiche originali 2) di un intervento che impedendo la vendita a privati, mantenga la pubblica proprietà del suddetto Complesso di S. Antonio e ne favorisca, finalmente, il definitivo passaggio al Ministero dell'Ambiente e da questo all'Ente Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, così che quest'ultimo possa con urgenza provvedere al successivo restauro e al riutilizzo dello stesso come Casa e Museo del Parco di Capraia Isola. Sottolineando come la presente istanza faccia seguito a numerose precedenti di privati e di associazioni (vedi WWF nazionale) aventi lo stesso scopo (allegato 3) e a una, in particolare, proposta all'allora Ministro dell'Ambiente On.le WILLER BORDON dall'allora Presidente nazionale di Italia Nostra, Desideria Pasolini Dell'Onda (vedi allegato 4) la Sezione di Capraia Isola di Italia Nostra si permette di raccomandare all S.V. l'adozione di un'azione quanto più tempestiva possibile. Voci insistenti danno infatti per imminenti azioni tese a riproporre e a facilitare la vendita a privati del complesso di S. Antonio. Vale la pena di rimarcare come, se per disgrazia si dovesse addivenire ad una vendita del S. Antonio a privati non solo sarebbe a rischio un bene di alto interesse storico-artistico-architettonico patrimonio dell'intera Nazione, ma il Parco verrebbe di fatto "espropriato" di un bene che gli era già stato dato e sul quale si è già speso denaro del Ministero dell'Ambiente e che è l'unica adatta sull'isola, per dimensioni e struttura, a realizzare una Casa e un Museo del Parco. E vale la pena di sottolineare come la promessa fatta dalle più recenti amministrazioni del Comune di Capraia Isola (favorevoli alla vendita ai privati) di concedere all'Ente Parco, in cambio di S. Antonio, i locali della vecchia sede comunale non sia tale da motivare un'uscita di scena senza resistenze del Ministero dell'Ambiente e del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. L'eventuale "scambio" è infatti assolutamente a sfavore del Parco: i locali della vecchia sede comunale sono infatti situati ai due piani più alti di un edificio sito nel cuore del paese, accessibili solo attraverso una stretta scala interna, con dimensioni molto contenute; sono perciò assolutamente inadeguati per un'eventuale trasformazione in Casa del Parco (non a caso gli uffici comunali sono stati trasferiti nell'ex-casa del Direttore del carcere, altro immobile di proprietà demaniale promesso al Parco e tuttavia concesso in uso al Comune). Non è altresì accettabile che il Parco continui a rinunciare alle proprie prerogative accontentandosi, come propria sede nell'isola di Capraia, dei locali della ex-Salata del carcere. Questi locali infatti sono ormai stati colonizzati da altri enti e associazioni (Guardia Costiera, Lega Navale, Pro Loco di Capraia, Confesercenti ecc.) e sono assolutamente inadeguati per struttura e dimensioni a divenire il contenitore in Capraia di una Casa e di un Museo del Parco degni di questo nome. Nell'attesa di un cortese riscontro, a nome di tutti i soci della sezione di Capraia Isola di Italia Nostra, La ringrazio per l'attenzione e La saluto cordialmente
convento s antonio capraia