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Non si farà il megacondominio di Pontecchio, tra Mola e Porto Azzurro

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 14 giugno 2003

Gli Ambientalisti Elbani e il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano hanno ottenuto un grande successo nella difesa del paesaggio elbano da una nuova colata di cemento che avrebbe dovuto sorgere a Pontecchio una magnifica e verde collina tra il golfo di Mola e la valle di Porto Azzurro. Negli anni ’90 furono LEGAMBIENTE ed altre Associazioni a lanciare l’allarme: il Comune di Porto Azzurro (prima la giunta di centro-sinistra e poi la successiva di centro-destra) aveva accolto il progetto della Società “il Pino” S.r.l. di Roma per la costruzione di 32.000 metri cubi di cemento , poi portati a 29.000 mc., su una collina verde che conserva ancora una importante presenza agricola, una zona di grande valore paesaggistico e ambientale. Inizialmente sembrava non ci fossero spazi per impedire il nuovo scempio: i 29.000 mc. del mega-condominio sembravano progettati esattamente a ridosso del confine del Parco Nazionale che seguiva, escludendole dall’area protetta, il perimetro delle nuove costruzioni. Il Comune di Porto Azzurro era intenzionato a non tener conto delle proteste degli ambientalisti, delle perplessità del Parco e di quelle espresse dalla Provincia di Livorno. Sembrava proprio che ormai Pontecchio dovesse essere cementificata. Ma la sorpresa venne da un’attenta verifica dei reali confini del Parco Nazionale. Infatti la strana e spigolosa linea geometrica che sembrava escludere dal Parco il nuovo condominio, non lo escludeva affatto: circa l’80% del progetto era invece all’interno dell’Area Protetta, quindi per costruire occorreva il nulla-osta dell’Ente Parco che nessuno aveva richiesto. Nulla-osta che il Direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano negò per il grave impatto ambientale che la costruzione di un condominio da 29.000 mc., con 27 fabbricati, piscina, parcheggio, eliporto, sala convegni, creazione di una nuova strada all’interno dell’Area Protetta e trasformazione della viabilità esistente, avrebbe provocato all’ambiente e al paesaggio. La coraggiosa decisione del PNAT e dell’allora Presidente Tanelli fu accolta male dalla Società “Il Pino” che presentò ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Toscana. Ma, il 19 febbraio 2002, il T.A.R. respinse le tesi della società e dette pienamente ragione a Parco ed Ambientalisti. Ma la società che voleva costruire non si è data per vinta e, spalleggiata dall’Amministrazione Comunale che ha addirittura chiesto di eliminare Pontecchio dal territorio del Parco, ha presentato ricorso al Consiglio di Stato mettendo in dubbio l’iter seguito per negare il nulla-osta e le stesse competenze del PNAT sull’area. Ora è giunta la notizia che mette fine a questa vicenda: il Consiglio di Stato ha respinto tutte le argomentazioni della Società “Il Pino” e dato ragione al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. LEGAMBIENTE accoglie con soddisfazione questo pronunciamento del Consiglio di Stato che da ragione ad una battaglia condotta per anni dagli ambientalisti e conferma l’importante ruolo che il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ha nella difesa del paesaggio, dell’ambiente e dell’economia elbana.


Pontecchio

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