Nelle buone intenzioni di amministratori e operatori c’è l’obiettivo dell’allungamento della stagione turistica. Novembre non è un gran mese, si sa, ma a parte qualche giorno di freddino pungente, le temperature adesso ci permettono di uscire con panni leggeri, quasi come, risalendo contro il più radicato dei luoghi comuni, fosse in legittimo svolgimento colei che per anni ha riempito le cronache con la sua scomparsa: la mezza stagione. D’accordo, lo scirocco non è un compagno piacevole, ti si appiccica addosso e non te lo levi più, ma si accontenta anche di poco, un giubbottino leggero e via, e soprattutto quello che riesce a fare lui con il mare delle Ghiaie, non è cosa da tutti. Ordunque, se gli spettacoli naturali continuano a recitare i loro copioni seppure ad un pubblico in prevalenza di alghe (a mucchi) e di gabbiani, non si può dire così per gli altri eventi che invece necessitano di una minima capacità di umana organizzazione. Il cinema, non c’è. Nel capoluogo elbano, se uno avesse l’ardire di desiderare un film in prima visione deve decidersi se impegnarsi in tortuose guide serali verso ovest (Metropolis di Marciana) o verso est (cinema Mola), un itinerario, in tutti i casi, che deve scavalcare non pochi crinali di altrettante colline, rese livide e deserte dalla notte precoce. Il teatro, c’è ma non si vede. In molti hanno criticato lo scarno programma della prima parte della stagione (mezza stagione?) teatrale, rimarcando che l’unico, non ce ne vogliano le altre compagnie locali, spettacolo di riguardo è Liolà di Pirandello. La sala espositiva Telemaco Signorini è in letargo, flebili tracce di vita sono testimoniate da una vetrina che regge due quadri tra i denti. La Linguella è chiusa, probabilmente per non sobbarcare il visitatore di troppe emozioni tutte insieme, proponendogli, in un colpo solo, addirittura un museo civico, i resti della villa romana, e uno scorcio sulla darsena che non ha paragoni. Al De Laugier c’è un importante convegno sullo sviluppo del territorio elbano, ma è soprattutto per gli addetti ai lavori, non crediamo che schiere di giovani in delirio partecipino a “Criticità e innovazioni delle politiche ambientali e territoriali” e che se ne tornino a casa con gli occhi gonfi di emozioni. Non c’è troppo da stupirsi allora, se su una veloce inchiesta presso alcuni hotel dell’Isola, molti risultino fisiologicamente chiusi, e i pochi aperti registrino invece un calo delle presenze impressionante, rapportato allo stesso mese di novembre degli altri anni. Il dubbio amletico ci attanaglia, e il possibilismo è la nostra filosofia: tutto ciò sarà causa o effetto della crisi stagionale? Ma comunque, perché non provare a forzare la mano di un mese ingrato, organizzando qualcosa che vada oltre i voli di gabbiani?
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