Tre fucili, quattro pistole un numero incredibile di lame, armi da taglio, machete, coltelli a serramanico, munizionamenti per una somma di centinaia di colpi, proiettili di calibri diversi, perfino colpi di “lupara subacquea”, gli armamenti a percussione per le aste che servono ad uccidere gli squali, quasi introvabili sul mercato. Questo mini-arsenale era stato in grande parte acquistato con regolari permessi, ma alcune delle armi erano detenute irregolarmente e soprattutto i Carabinieri della Compagnia portoferraiese rinvenivano nello “stock”, rinvenuto a casa di un portoferraiese recentemente arrestato per furto, otto coltelli di grande pregio artigianale (ed elevato costo) che risultavano sottratti in un negozio campese qualche mese fa. Tanto è bastato per far scattare nei confronti dell’uomo, l’accusa di ricettazione e quella di detenzione abusiva di armi. Ma tutto il materiale (anche quello regolarmente acquistato), che si aggira intorno ad un valore di 30.000 euro, è stato sequestrato ed asportato dalla casa portoferraiese dai Carabinieri, con la motivazione che là dimorava una persona ritenuta pericolosa. Ciò anche nelle more di un probabilissimo ritiro del Porto d’Armi dell’uomo, un provvedimento che i Carabinieri hanno già richiesto venga emesso dalla competente autorità giudiziaria. La mole del materiale sequestrato era di una tale entità che alcuni militari dell’Arma hanno dovuto lavorare per l’intero pomeriggio per catalogare il tutto con l’aiuto di un tecnico armaiolo. E circa i coltelli di provenienza furtiva, continuano le indagini per stabilire a chi attribuire la responsabilità del furto campese.
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