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A Sciambere di Gramsci e delle scatole

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 11 settembre 2007

"Ho come un'impressione che si debba ricominciare da capo" Disse Fava (absit iniuria verbis) uno che faceva il militare con noi, tanti anni fa. Lo disse con il culo sul pavimento in mezzo a centinaia di scatole di "razioni k" che avevamo impilato e messo sui ripiani di una enorme scaffalatura a parete, con pazienza per un'oretta buona, prima che il riottoso (scaffale) decidesse, quando dovevamo sistemare solo una dozzina di contenitori, di sganciarsi dagli ancoraggi facendoci prendere una coppia di gropponate sul pavimento una grandinata di scatole in testa e graziandoci di caderci in capo lui medesimo perchè bloccato dalla parete di fronte. "Ho come un'impressione che si debba ricominciare da capo" disse Fava per prima cosa con un incredibile flemma appena spento l'eco dello "sbadabam" e del "klinghete klonghete" delle scatole che ruzzolavano, lo disse mentre ci stava salendo alle labra il più lungo rosario di moccoli che poteva consentirci un'apnea. Cari cittadini progressisti ognuno di voi bisognerà che sia un po' Fava (nel senso del commilitone) e che, messo il capo al pezzo, si metta a lavorare per ricostruire un'alternativa di governo della città. Un movimento, un laboratorio, un cantiere (chiamatelo un po' come diavolo vi pare) che produca idee di governo e di controllo del governo (a questo viaggio senza liquefarsi negli incarichi di governo) che induca le Forze (si fa molto per dire) Politiche, che sono rispetto a quattro/cinque anni fa, ancora più antiche ed avulse dal quotidiano cittadino, ad invertire la loro rotta verso la totale separatezza ed autoreferenzialità. Non sarà né facile né comodo e ci rendiamo conto che a pensarci può pure risultare disperante e che chiedervi di fare ricorso all'ottimismo della volontà ed al pessimismo dell'intelligenza gramsciani, mentre si è col culo in terra e con le scatole tutte sparpagliate intorno, può apparire decontestualizzato. Ma così è (se vi pare e pure se non vi pare).


gramsci

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