Carissimo Elbareport come un cadavere che non vuole saperne di morire ogni tanto, un paio di volte l'anno, viene evocato il mitico comune unico, se non altro per ricertificarne la morte e cercare di metterci una pietra (tombale) sopra. Il Sig. Coluccia nel suo intervento di ieri sostiene che l'idea del comune unico tiene banco come risposta surrogata alla crisi della politica perché dà "l'idea" di una semplificazione istituzionale di tipo liberista!? con meno comuni (ovvio) e più libera iniziativa (non capisco). Più o meno orientate in un senso o nell'altro sono le amministrazioni comunali, ma è la prima volta che sento dire che un comune di 30.000 abitanti è, in sé, più liberista di otto comuni di 3000 e rotti. Per quanto riguarda la libera iniziativa ben venga se accessibile a tutti con regole eguali, cosa probabilmente più vicina alla realtà in un comune nel quale le elezioni non si vincono o perdono per i voti in più o in meno di una o due famiglie che in qualche modo bisogna ringraziare (o punire al prossimo giro). Intravedo tuttavia un'altro equivoco nelle parole del pur stimato e prolifico Coluccia. Sostituire alla giunta CM una CS (conferenza dei sindaci) che non abbia la volontà e la possibilità di assumere a maggioranza decisioni vincolanti su tutto il territorio isolano equivale a cambiare l'acqua nella brocca senza mutarla in vino. Il rischio di un altro, ennesimo, tavolo consultivo al quale tutti partecipano e del quale tutti se ne (pardon) fottono sarebbe quello di confermare negli elettori abitanti la convinzione che la politica locale sia abilissima nel cambiare la forma lasciando inalterata la sostanza, sostanza fatta di scarsa autonomia e scarsa capacità operativa derivate dalla fragilità economica e politica delle ns. pur numerose compagini amministrative. D'altro canto una CS che si dotasse di poteri decisionali concreti e vincolanti richiederebbe da parte dei ns. Sindaci un atto di umiltà (la rinuncia a parte della propria autonomia) tale comunque da prefigurarne la costituzione quale embrione di quel comune unico che per altri versi si sarebbe voluto seppellire. A tale proposito riporto il comma 6 - art. 27 del Testo Unico sugli Enti Locali (Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267) " Al comune montano nato dalla fusione dei comuni il cui territorio coincide con quello di una comunità montana sono assegnate le funzioni e le risorse attribuite alla stessa in base a norme comunitarie, nazionali e regionali. Tale disciplina si applica anche nel caso in cui il comune sorto dalla fusione comprenda comuni non montani. Con la legge regionale istitutiva del nuovo comune si provvede allo scioglimento della comunità montana." Ringraziandoti per l'ospitalità,
Elba Mappa 350