Oggi raccontiamo una disavventura patita la settimana scorsa da un amico che chiameremo con un nome di fantasia: Gian Mario. Dunque Gian Mario era momentaneamente sceso dalla sua auto, assieme alla sua signora (che chiameremo Lucia) in una località agreste dell'Elba Sud-Occidentale lasciando uno sportello aperto perche aveva da caricare a bordo della roba. Ma al ritorno trovava seduta al posto di guida un'ospite particolare: una capra che non aveva intenzione alcuna di sloggiare, tetragona nei confronti dei tentativi di spaventarla, passivamente resistente rispetto alla trazione per le corna, per poi alla muoversi di sua spontanea volontà, ma non per uscire, bensì per rifugiarsi sul sedile posteriore, aggravando la già complessa situazione. "Avrà sentito l'odore del becco" Diceva autoironicamente Gian Mario "O stupido!" ribattteva Lucia che non gradiva neppure si scherzasse sulla sua coniugale rettitudine. Ma la capra incapronita se ne stava nella nuova posizione con l'aria di chi sta per dire solennemente: "Hic Manebimus Optime" (non sarebbe la prima capra a far citazioni in latino). Finalmente a sbrogliare la sitazione giungeva il legittimo proprietario del quadrupede che con sottili arti convinceva la bestia a sloggiare, e si scusava, anzi scusava il comportamento del suo diletto ed odoroso animaletto: "E' abituata a venire a giro con me sull'apino!". Abbiamo coperto la vera identità del nostro amico "Gian Mario" ma se vedete qualcuno passare in macchina con i quattro finestrini aperti anche se piove e dodici arbre magique appesi all'interno lo avrete individuato, quello è il protagonista della nostra storia.
capra ovis vel