E arrivata l’estate e con i primi caldi, si sa, giungono le zanzare. C’è fobia in tutti gli esseri umani per questo insetto che certo innocuo non è, visto che è stato il veicolo attraverso il quale si diffondeva un tempo la malaria. Altri tempi, e di insetti che sono potenzialmente pericolosi per l’uomo ce ne sono ma siamo noi spesso, ad esasperare le situazioni immaginando catastrofi inesistenti. La nostra Associazione di agricoltori biologici, si occupa - tra l'altro - di tutela della biodiversità, materia con cui lavoriamo giornalmente, perché la biodiversità è tutto ciò che ci circonda buono e cattivo, bello e brutto, pericoloso e non pericoloso, velenoso e non velenoso. Perché il bello e brutto è ciò che vediamo (insetti, uccelli, mammiferi, fiori, erbe, piante) ma il pericolo è tanto in quello che vediamo, quanto in ciò che non vediamo (virus e batteri): tuttavia parte del ciclo vitale Molti insetti e animali sono pericolosi, ma lo sono anche certe piante e certi fiori che contengono particolari alcaloidi utili in medicina ma pericolosi alla salute in dosi massicce (spartanina, reserpina, atropina…) . Ciò che genera in noi agricoltori biologici profondo risentimento è il proliferare di fobie e trattamenti effimeri contro la zanzara, con massiccio impiego della lotta chimica. Queste pratiche ci fanno seriamente arrabbiare e ci preoccupano perchè a noi che in quanto agricoltori biologici non permettiamo l’uso di sostanza chimiche, a noi che nel nostro piccolo cerchiamo di difendere il buono e il cattivo facendo interventi biologici solo quando la soglia di attacco di malattie crittogame o di insetti supera un certo limite (cioè l’infestazione totale), a noi che cerchiamo di preservare al meglio l’ambiente e la sua biodiversità dalle api alle farfalle, dalla rana al rospo, dalla rondine al falco, dalla graminacea al papavero, ci dà davvero fastidio che qualcuno distrugga il nostro lavoro e i nostri “mezzi” con cui riusciamo a fare agricoltura biologica. Per questo siamo poco disposti a tollerare che colui, colpito dal calore estivo, in un bel tardo pomeriggio o ancor peggio alle prime luci dell’alba ti svegli, con il suo micidiale lanciapesticida e decida di fare “l’ammazzazanzare” distruggendo in un battibaleno quello che tu hai faticosamente costruito nel tuo piccolo offrendo quel piccolo, ma sostanziale contributo all’ambiente e alla salute delle persone. E' bene infatti sottolineare, ai distratti e agli assatanati del "pesticida" che “l’ammazzazanzare” non ammazza solo le zanzare, ma tutto ciò che c’è intorno, visto che viene spruzzato ovunque indiscriminatamente senza avere il rispetto degli altri e del lavoro degli agircoltori (complimenti, bel segno di civiltà). Evidentemente le responsabilità non sono solo di chi in proprio ha deciso di fare “l’ammazzazanzare”, ma di tutti i soggetti della catena sino agli amministratori dei vari enti pubblici che dovrebbero impegnarsi per l’estate a fare delle mappe e proibire i trattamenti di lotta chimica vicino alle aziende biologiche dell’Arcipelago e nelle aree parco o per lo meno preavvisare le Associazioni referenti perché si possano organizzare limitando i danni: invece - come sempre - si fa tutto alla chetichella, preferendo esporsi anche alle sanzioni di legge per i danni che gli agricoltori dovessero denunciare al loro lavoro e alla salute. A questi signori non interessa un bel niente quando, dopo un trattamento massiccio col pesticida contro le zanzare, troviamo api morte davanti alle arnie, farfalle agonizzanti, rondini appena nate morte perché i genitori le hanno imbeccate con mosche avvelenate. Pessimisticamente credo non possiamo aspettarci una presa di coscienza perché la logica di certi soggetti volti a spremere il turista e a trasformare il nostro Arcipelago in un mega complesso alberghiero è che la pianta sporca perché perde le foglie o i petali dei fiori, o è dannosa perché spacca il manto stradale che d'estate si surriscalda e ti fa ribollire anche le ossa, oppure è “potenziale veicolo di incendi” (perfetto tagliamo tutti i boschi per eliminare il problema!), soggetti che si lamentano dei barbagianni perché portano sfiga, dei pipistrelli perché sono brutti e danno fastidio al turista che ha sborsato una bella sommetta per l’appartamento, o meglio la seconda casa di chi gliel' ha concesso in affitto (sovente al "nero"), o intraprendono la guerra alle zanzare la cui proliferazione non è eccessiva rispetto allo scorso anno ma che si riproducono grazie alla scomparsa dei loro predatori naturali (anfibi e uccelli) di cui abbiamo distrutto l'habitat tombando col cemento fossati e zone umide . Certo sarà un bel modo di fare turismo quando non ci sarà nessun essere vivente e solo cemento e il brulicare di turisti in ciabatte e costume che si rosolano al mare. E poi ci lamentiamo perché i gabbiani nidificano nei cimiteri quando il loro habitat che sono le scogliere spesso sono ridotte a belle colate di cemento occupate da villette? Eppure ci sarebbero tanti modi naturali per fare la lotta alle zanzare cominciando dall'incrementare gli uccelli utili (i “beccamosche” per esempio, sono spariti). In quasi tutte le aziende biologiche ma soprattutto quelle socie di ABAE cerchiamo di difendere l’ambiente e la biodiversità e in qualcuna di esse sono state anche ricreate piccole raccolte d’acqua con ninfee e lenticchie d’acqua dove sono tornati rospi e raganelle. Dovremmo per queato attenerci alle assurde prescrizioni di evitare raccolte d’acqua ? Ma per favore! Maggiori controlli e efficienza organizzativa degli enti preposti alla tutela degli habitat eviterebbero tanti problemi, proprio come facciamo noi che nel nostro piccolo ci stiamo impegnando - tra l'altro - anche nel non utilizzare sementi ibridi, ogm, o semi, piante e animali di dubbia provenienza, privilegiando solo le specie autoctone, ma lavorando per una difesa in tutti i suoi aspetti più che naturale e il più possibile più vicina all’ambiente.
zanzara