Questa mia lettera ha il solo scopo di rettificare alcune affermazioni riportate nell’articolo del Direttore di Elbareport, pubblicato nell’edizione di sabato 25 agosto, a commento della seduta del Consiglio Comunale di Portoferraio tenutasi il giorno precedente. E’ assolutamente falso che, nel corso di quella seduta, io abbia pronunciato “..espressioni poco lusinghiere..” nei confronti dell’Arma dei Carabinieri e dei Carabinieri in generale, verso i quali, in tutta la mia vita, ho sempre nutrito, come cittadino, grande rispetto, ammirazione e fiducia. Di fronte ad alcune dichiarazioni del consigliere Palmieri, peraltro già anticipate nei giorni scorsi in suoi articoli ed interventi, piene di allusioni, reticenze accuratamente esibite, minacce velate di rivelazioni clamorose, ho avuto la netta sensazione di rivivere il clima torbido e mefitico che aveva caratterizzato la vigilia delle ultime elezioni amministrative del 2004 a Portoferraio. E quando Palmieri ci ha informato di una nuova indagine in corso sulle appartenenze massoniche, che lui notoriamente ritiene condizionino anche l’operato dell’Amministrazione di Portoferraio, gli ho retoricamente e provocatoriamente chiesto se per caso quell’indagine fosse stata affidata a quell’ufficiale dei Carabinieri che nell’inverno-primavera del 2004 comandava la Compagnia di Portoferraio. Perché, in tal caso, mi sarei sentito gelare la schiena. E c’è un motivo. Dopo le elezioni del 2004, per puro caso mi capitò tra le mani un rapporto, firmato dall’Ufficiale di cui sopra, in una parte del quale, parlando della mia persona, mi si attribuivano comportamenti, appartenenze, relazioni di una falsità e inverosimiglianza cosi grossolane, evidenti e riscontrabili (fra le altre cose anche l’appartenenza, per l’appunto, alla massoneria) che non potevano essere solo il risultato di valutazioni approssimative ed errate. Ed infatti quello stesso documento, o perlomeno la parte che mi riguardava, nonostante avesse carattere assolutamente riservato in quanto destinato al magistrato inquirente, fu immediatamente portato a conoscenza di alcuni ambienti politico-giornalistici, i quali si vantavano, fra l’altro, di avere rapporti di amicizia e confidenza per l’appunto con il nostro Ufficiale. Questi stessi ambienti lo utilizzarono subito, spregiudicatamente, ai fini della propria, personalissima, lotta politica. Passate le elezioni, di tutte quelle bugie e calunnie, com’era ovvio e prevedibile, non è rimasto più nulla, se non una ferita profonda inferta alla mia dignità di cittadino democratico e di persona per bene. Il nostro Ufficiale qualche tempo dopo incappò in un altro più grave infortunio professionale. I suoi Superiori lo allontanarono da Portoferraio. Cordiali saluti Franco Scelza - Consigliere Comunale di Portoferraio Veda consigliere Scelza, a noi hanno riferito altro, poco male, controlleremo, visto che ci risulta che qualcuno abbia già richiesto copia delle cassette con la fonoregistrazione del Consiglio, per ora le diamo ragione (nel senso che prendiamo per buona la sua versione) salvo contrarie evidenze. Mettiamo allora che tutto quello che ha detto si riferisse solo e soltanto al Capitano Salvatore di Stefano, che nonostante le sue affermazioni gode di tutta la nostra stima personale e continuerà a goderne indipendentemente dall'esito del procedimento penale che lo riguarda, peraltro non ancora celebrato. Continuiamo a stimarlo come una persona che ha servito molto la legalità, per quanto ha fatto per questa Isola e poiché ci risulta essere un Carabiniere che comunque può vantare, oltre al periodo del suo comando portoferraiese, uno stato di servizio (chieda al Generale Pinotti) di uomo delle istituzioni, infaticabile, scrupoloso e coraggioso, che nessuno è opportuno gratifichi del titolo di "fellone", tantomeno mentre esercita le sue funzioni di amministratore. Comprendiamo che la sua vicenda personale, conclusasi positivamente (ce ne rallegriamo) per quanto attiene alla contestazione dell'abuso d'ufficio (ma ci pare comunque che l'irregolarità della presenza di quei pontili sia stata sancita) le abbia lasciato un po' di acrimonia verso gli inquirenti i quali (in perfetta buonafede, credo sia d'accordo con noi, altrimenti li denunci) avevano ipotizzato lei avesse commesso dei reati, ma da qui a sentirsi autorizzato a parlare di "clima torbido e mefitico" ce ne corre, ci pare lei si stia decisamente "allargando". Non sappiamo se in quel "clima torbido e mefitico" lei includa l'inchiesta di "affari e politica" che ha visto denunciati non per abigeato e neanche per schiamazzi notturni ma per "associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio" e per reati connessi dieci tra amministratori, tecnici, imprenditori. Cittadini rispettabili, anche loro, fino ad eventuale giudizio definitivo contrario, ma con un processo pendente istruito dal Procuratore Roberto Pennisi che oltre ad essere considerato uno dei magistrati più efficaci nel contrasto della mafia (sarebbe difficile dare di fellone a uno che vive da anni sotto scorta) nessuno ha fatto oggetto di denunce (che so, per aver ceduto uno spinello ad un informatore), nessuno ha incastrato come Roger Rabbit. Non solo, le inchieste che avrebbero reso "torbido e mefitico" il clima di Portoferraio non le ha espletate da solo "quel" Carabiniere, ma ci hanno lavorato molti Carabinieri, nonché altri rappresentanti (ufficiali ed agenti) di altre Forze dell'Ordine, citiamo a titolo esemplificativo la Capitaneria di Porto ... Quindi magistrati, ufficiali, sotttufficiali ... tutti fuorviati, o tutti proni agli ordini di un visionario fellone? Ed a tal proposito, tornando all'infortunio del "fellone" (che tra l'altro non c'entra un piffero con le inchieste condotte a Portoferraio) siamo curiosi di avere notizie della fase dibattimentale del suo processo, per sapere chi e in quali circostanze ha denunciato Di Stefano, chi ha fornito le "prove" dei suoi eventuali reati, a quali ambienti era vicino ... tanto per avere una visione d'insieme. Certo è che in molti hanno gioito per quell'inciampo e non tutti erano dei fior di giardino. A proposito poi di visione, sulla vicenda del suo prendere visione di un "atto riservatissimo" che ci pare lei affermi di aver letto "per caso" per intero (almeno nella parte che la riguardava) mentre gli organi di informazione ne hanno solo pubblicato qualche parte, notiamo che lei mette in correlazione la presenza del citato ufficiale all'Elba non solo alla stesura, ma pure alla indebita propalazione del documento (giunto a lei indebitamente quanto e più che alla stampa). Ha le prove di qualche precisa responsabilità in tal senso o la sua insinuazione si basa solo sui rapporti di amicizia intercorsi tra qualche giornalista e qualche ufficiale dell'Arma? Si quieti consigliere, che ad inquietarsi si corre il rischio di straparlare (e di stra-scrivere pure).
befana rio elba palmieri schezzini scelza