Esimio Direttore, Non le nascondo che sono tentato dal farmi un sito più o meno come il suo per il mio diletto e per metterlo a disposizione degli amici. Tuttavia, finchè potrò ritenermi ospite gradito in altri siti... ne approfitterò volentieri. Enrico Cioni I primi movimenti ambientalisti nacquero spontaneamente molti anni fa su problemi locali gravi oppure intorno a temi internazionali seri quali inquinamento nucleare, sfruttamento senza regole di mari e foreste ed altre nefandezze simili. Questi movimenti ebbero il sostegno di organizzazioni, enti e persone di ogni estrazione sociale e politica e prosperarono proprio nelle democrazie occidentali e non certo nei paesi socialisti. Non perché questi ultimi non inquinavano, anzi tutt’altro, ma per i motivi noti a tutti. Nel giro di alcuni decenni i grandi e nobili temi internazionali si sono via via ridotti a miseri divieti (però imposti con grande solennità e competenza scientifica) di raccogliere lampade e lumache. Questo è successo quando un’esigua minoranza di sinistri verdi, quelli peggiori, si sono appropriati, fondandoci anche un partito, di concetti ambientali che appartengono e che sono comuni a tutte le persone di buon senso, indipendentemente dall’idea politica. Quindi con un’operazione mediatica da professionisti, come solo certi sinistri sanno fare, tramite pseudo associazioni ambientaliste, altri partiti più o meno consapevoli e la stampa schierata, hanno inculcato nelle persone più semplici che aria pulita è sinonimo di sinistra e mare inquinato è sinonimo di destra. Non c’è che dire, in queste cose i sinistri sono più bravi dei destri. Lo dimostra il fatto che da anni, con le stesse bugie e le stesse utopie, continuano a gestire ogni potere. I politici destri, che è più appropriato definire mal-destri, non si sono neppure accorti di aver perduto un’opportunità politica. Per di più, in tema di ambiente, si trovano sempre costretti loro malgrado a difendersi anche da colpe che non hanno. Enrico Cioni Egregio Signor Cioni I suoi scritti sono sempre graditi (al pari di quelli di chiunque altro) pure quando, come nel caso di specie ci sembrano, non se ne abbia, alquanto bizzarri e se dovessimo mentalmente cassare le parti che non condividiamo ci resterebbe (forse) la punteggiatura. Circa la tentazione di farsi un sito per suo diletto, ma l'avverto che Elbareport non è un sito, non meno di quanto un'edicola non è un giornale. Elbareport STA su un sito ma è un quotidiano (sembra il più letto all'Elba tra i quotidiani di ogni genere), ed è una testata giornalistica regolarmente registrata, la cui attività è regolata dalle leggi sulla stampa etc. Se lei intendeva dire che vuole farsi un giornale come questo, beh sarebbe il terzo quotidiano on line all'Isola, e la cosa non ci dispiacerebbe affatto. Questo è uno di quei settori dove domanda e offerta hanno tra di loro un rapporto un po' particolare, nel senso che più offerta c'è più cresce l'utenza dei servizi. I quasi quattromila lettori quotidiani di Elbareport che cinque anni fa non c'erano, non ci risulta che abbiano fatto diminuire in maniera sensibile o rapportabile la vendita dei quotidiani cartacei, ne ciò è accaduto con la ripresa delle trasmissioni televisive locali o con l'altro giornale on line TEnews. Comunque l'avverto che a editare un giornale un giorno sì e l'altro anche, si fa una fatica boia, come passatempo ci pare assai impegnativo.
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