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Poesia e tamburi a S. Andrea

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 21 agosto 2007

Invito al cammino tra le parole e all’ascolto La poesia di Mariangela Gualtieri e Pablo Neruda nel suono dei tamburi Eccomi qua a consegnarmi a voi in un pensiero e in un invito. L'invito che vi vorrebbe partecipi della mia ennesima stramberia (che ci volete fare, proprio non mi riescono le cose normali anche se spesso mi invitano a realizzarle) Forse qualcuno di voi ricorderà la lettura delle mille e una notte in giardino accompagnata dal suono dei tamburi provenienti un pò da tutto il mondo che abbiamo organizzato in luglio. Ebbene, l'esperienza ci ha emozionati al punto giusto e così ho chiamato ancora Antonio e Grazia (incontrati, manco a dirlo, per un frutto di quel "caso" di cui vi parlo spesso perché io proprio non posso crederci considerato che sono immersa in un percorso denso di cose e incontri giusti al momento giusto). Ad ogni modo Grazia e Antonio torneranno per noi da Bologna sabato e in questi giorni ho inviato loro dei "compiti a casa" inoltrando alcune tra le moltissime poesie di Neruda e della Gualtieri che arricchiscono le mie giornate con colori e sensazioni sempre nuove. In realtà ho dato loro anche due testi di Alda Merini. Chi di voi n mi conosce da un pò sa che mi lega alla follia un percorso di formazione che è poi diventato (come sempre mi accade) un percorso umano di crescita a contatto con la sofferenza psichica all'interno di alcuni centri di salute mentale nel pratese. Ho pensato quindi di dare un piccolissimo spazio anche alla sua intensa e lucidissima lirica per darmi la possibilità di condividere con voi un momento che mi vivo come intimo considerata la selezione che ho operato sulle poesie ma con l'entusiasmo e la voglia di farlo diventare collettivo insieme a tutti voi convinta come sono che dalla condivisione e dall'apertura possano nascere momenti di crescita e di stimolo reciproco. “La poesia vuole essere detta, vuole respiro, saliva, corpo e voce. Vuole uscire dalla polvere della pagina scritta, dalla letterarietà, dalla camera chiusa del pensiero, sbavarsi in una bocca che porta bene impressa la terra in cui è nata, il pane che ha mangiato, il vino che ha bevuto. La poesia vuole diventare musica. E’ culto festivo: se si è in tanti ad ascoltarla allora diventa la festa di tanti, una festa del DIRE e dell’UDIRE”. Mariangela Gualtieri La poesia della Gualtieri è densa di storie, ricca di immagini, di piccoli miracoli che si manifestano improvvisi, inaspettati e oscilla tra la chiamata e la fuga, tra il presagio di senso e l’orrore per il nulla iniziando da un silenzio. Quel silenzio necessario dell’esploratore astrale che ha gli occhi ancora troppo pieni di luce per tentare di descrivere le stelle con i poveri attrezzi della parola. “Io sono convinta che le parole facciano bene, che l’arte faccia bene. C’è la bellezza ovvero la natura e poi c’è l’arte che a volte aggiunge un po’ di anima all’anima del mondo. Poco, pochissimo però importante. Io sono nata per cercare parole fresche, immediate, che arrivassero subito senza dover essere rilette due tre volte. Quindi parole del corpo, dello sporco del corpo. Spesso la letteratura e la poesia vi si allontanano, fanno fatica a dire con compostezza lo sporco del corpo. Quello sporco che poi è la vita: il parto, fare l’amore, sudare. Tutta questa vita non trova posto dentro la lingua della letteratura”. Se della Gualtieri mi affascina la poesia orale talvolta d’aspro e pure di commosso accento che evoca lo splendore della parola che cola densa come miele, in Neruda e nel suo impetuoso fluire di generosi sentimenti rintraccio una vigorosa vitalità sensuale e un profondo senso di umanità uniti a un percorso in una natura di vento roccia e mare che ha evidenti richiami con l’Isola. In questo intenso e vibrante intreccio di linguaggi e di emozioni espressi con passione e tumultuose suggestioni, riconosco il senso del percorso di parole e suoni che vi invitiamo a fare insieme a noi sabato prossimo. La parola che sorprende , carezza, affascina, commuove e il suono delle percussioni, dei tamburi, della kalimba, dell’udu che simbolizzano la potenza creatrice, unendo così il maschile al femminile, Pablo a Mariangela, Voi a Noi… Vi aspettiamo alle 21,30 di Sabato 25 Agosto. L’ingresso è aperto a tutti i sognatori, a quelli di lacrima facile, ai puri di cuore, a quelli che non si stancano di provare a migliorare le cose partendo da se stessi, agli assetati di vita e di autenticità, a quelli di parola facile e ai taciturni, a quelli che vivono nello stupore e nella gratitudine, ai senza pelle, a quelli che amano camminare scalzi, a chi sa vedere l’universo nelle piccole cose e ai randagi. E’ sconsigliata la partecipazione all’evento ai cinici, a quelli che vivono nella certezza dell’univocità delle cose, ai disillusi, a quelli che sanno sempre tutto e non mancano mai di fartelo notare, agli annoiati, a quelli che si lamentano della pioggia e non sono mai usciti di casa senza l’ombrello, ai nati imparati, a chi non si stupisce della bellezza del mondo, a chi non ride per paura delle rughe, a quelli che inorridiscono se ti vedono scalza (che ci posso fare, non sopporto le scarpe!!), e ai benpensanti. Vi abbraccio e vi aspetto dunque tutti !!


scogli sant'andrea panorama

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