A leggere il cartello, che è stato fotografato a Procchio e che è qui a destra riprodotto, sicuramente a qualcuno tornerà in mente la tirata che Antonio Albanese nei panni di Alex Drastico rivolge al ladro del suo motorino in siciliano iniziando con "Cornuto!" e mandando una serie di apocalittiche maledizioni che terminano con la frase ".. perché quello resta sempre il MIO motorino!" Ma il grido di dolore che il giovane elbano (a cui hanno rotto lo sterzo dello scooter) ha appeso alla siepe di pitosforo ci induce a ragionare sulla omologazione del linguaggio delle più recenti generazioni. Laddove intendesse arrecare un verbale vulnus alla genitrice di un antagonista elbano D.O.C. di un tempo non avrebbe mai usato l'espressione "figlio di puttana" che gli sarebbe sicuramente suonata come brianzola, del tutto desueta per suo lessico. Avrebbe scritto il più classico "Budello di tu' ma", al massimo poteva variare mantenendo intatto l'impianto della frase sostitendo il lemma "budello" con "tegame" o se più permeabile ai fiorentinismi "maiala". Parimenti è allogeno l'uso di "bastardo" come offesa pura e turpe, un "bastardo" fino a qualche tempo era parola che stava a significare "sfrontatamente vivace, birbantello", così come il derivante "bastardaia" poteva significare semplicente un insieme di ragazzi che faceva il giusto grado di casino, un po' come "pipinara" in romanesco. Ma notiamo pure che anche il linguisticamente omologato scooterista mantiene una traccia dell'avito parlare nella chiusa del suo scritto: "Bastardo te e la tu mamma" una contaminazione, una fusion. Eh .. ogni tanto anche questi ragazzi ci danno delle soddisfazioni.
cartello procchio