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Faita: il collasso del porto di Piombino

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : mercoledì, 11 giugno 2003

Scriviamo in ordine a quanto si è verificato sul porto di Piombino in occasione del recente “ponte” del 2 giugno. Quanto abbiamo letto in proposito sulla stampa locale e soprattutto i resoconti che ci sono stati fatti dai nostri stessi clienti non possono non farci preoccupare e devono indurre tutti ad una seria riflessione. Dunque, sappiamo tutti che la nostra industria turistica sta attraversando una fase di recessione, per vari motivi che abbiamo enunciato più volte: crisi economica in Germania e Italia, perdita d’immagine dopo l’alluvione dell’anno scorso, concorrenza sempre più agguerrita, mancata soluzione dei soliti cronici problemi, ecc. Ebbene, molti imprenditori si sono messi la mano in tasca, hanno migliorato le proprie aziende (alcuni, purtroppo, non hanno avuto la possibilità di farlo perché hanno incontrato difficoltà burocratiche insormontabili) e hanno finanziato campagne promozionali assai costose. Tutti questi sforzi rischiano di essere vani se non si riesce a far funzionare in modo adeguato il porto di Piombino che, per il turista, rappresenta il primo impatto con l’isola d’Elba, una vera e propria “anticamera”. Quello che è successo sul porto sabato 31 maggio è qualcosa davvero da incubo. E’ vero che si è presentato sul porto un numero di persone elevatissimo, ma è anche vero che tutti gli addetti ai lavori sapevano da tempo che così sarebbe stato (alberghi e appartamenti erano già al completo diversi giorni prima), così com’è vero che ormai la stagione turistica è decollata ed il porto dovrebbe essere pronto per la piena operatività. E invece si è assistito a qualcosa di incredibile: scene di guerra agli imbarchi; bambini in lacrime; nuclei familiari stanchi per lunghi viaggi alla ricerca affannosa di informazioni; clienti già in possesso di prenotazione costretti a snervanti file per il ritiro dei biglietti; ragazzi con la moto lasciati a terra; clienti stranieri allo sbaraglio senza che nessuno fornisse loro un minimo di assistenza; parcheggi del tutto insufficienti. Sono stati tanti i nostri clienti che ci hanno giurato che, in queste condizioni, non metteranno mai più piede all’Elba. Tutto questo non deve più accadere perché, come abbiamo già detto, vanifica i grossi sforzi, anche finanziari, che molti hanno fatto (inclusa la nostra categoria) per tirare fuori la nostra economia dalle secche della crisi. Oltretutto, come è stato ricordato anche sulla stampa, la gente che si imbarca paga un ticket all’Autorità Portuale di Piombino (0,54 euro a passeggero e 0,81 per ogni auto) e in cambio ha diritto a ricevere servizi marittimi dignitosi. Già da tempo si sa che i parcheggi sul porto sono assolutamente insufficienti, non solo per il periodo estivo, ma anche per i numerosi ponti di primavera. E come, giustamente, ha più volte ricordato Bruno Paternò, sarebbe anche opportuno installare sul porto dei pannelli luminosi con l’indicazione delle navi in partenza e dei relativi orari. E le compagnie di navigazione potrebbero predisporre un apposito sportello per il ritiro dei biglietti già prenotati, evitando lunghe code almeno a chi ha avuto l’accortezza di prenotare per tempo il proprio biglietto. E poi, magari, un po’ di cortesia e disponibilità verso i turisti, da parte di tutti, non guasterebbe. Perché tutti mangiamo nello stesso piatto e se non c’è rispetto e comprensione verso chi ci dà da vivere sarebbe forse meglio cambiare mestiere.


Piombino Porto

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