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Dopo l'articolo di Gatti sull'Espresso, scrivono Briano, Antonini, Paternò e Lucchini

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : martedì, 14 agosto 2007

Il colpo, era stato pesante, inutile sottolinearlo, per i contenuti (comunque la si pensi sulla questione) dell'articolo dedicato all'Elba da Fabrizio Gatti dell'Espresso, per il prestigio professionale del giornalista, per la rilevanza della testata su cui è apparso. Forse è per questa "gravità" che si è dovuto attendere tre giorni per registrare le prime reazioni, e sono i direttamente chiamati in causa a parlare per primi, l'assessore capoliverese all'ambiente (e vicepresidente del Parco) Milena Briano ed il Presidente degli Albergatori Mauro Antonini. Ma sono due reazioni abbastanza diverse, almeno nei toni: Briano sembra avviarsi ad una "contestazione dialogante", Antonini è decisamente più duro, continua a polemizzare con Legambiente e Goletta Verde, fa balenare la possibilità di altre azioni legali a tutela (riferimento accuratamente evitato dall'amministratrice capoliverese). Diverse anche le reazioni che provengono dai "laici" che ci scrivono: Bruno Paternò, albergatore fuori dal coro, con le sue ironiche (ma pesantissime) critiche agli amministratori capoliveresi, che descrive come un disastro mediatico, l'enologo Ugo Lucchini che liquida il pezzo di gatti come uno dei soliti articoli di colore agostani, e condivide con gli albergatori l'inopportunità degli appunti "fiscali" agli esercenti dell'Elba. Ed ecco qui di seguito il testo dei quattro interventi Milena Briano: L'idea di Lacona esempio di cattiva qualità delle acque è inaccettabile L’Elba è una delle 7 isole dell’Arcipelago Toscano: perle cadute dalla collana di Venere, se si vuole essere poetici, la più grande delle isole minori interpretandola in senso geografico, un’isola dalle notevoli realtà e potenzialità turistiche, volendo rilevarne l’elemento economico. La sede di un Parco Nazionale che, dopo periodi di sofferenze, sta cercando di rilanciarsi come strumento di conservazione e valorizzazione dei patrimoni ambientali e culturali anche grazie ad un Presidente che coniuga su di sé competenze scientifiche, comunicative, volontà di innovazione tecnologica e conoscenza delle altre esperienze dei parchi nel mondo. La realtà dell’Arcipelago e della sua isola maggiore è molto sfaccettata, come succede in ogni parte d’Italia e all’estero: ci sono punti d’eccellenza e luoghi meno significativi, ci sono aspetti più curati ed elementi che sfuggono ad un controllo puntuale e preciso. L’offerta turistica va dal full immersion di sole, mare e trekking per tutta l’Elba, alle proposte del parco minerario di Capoliveri Porto Azzurro e Rio Marina, al granito ai castagni e ai boschi montani della zona occidentale di Marciana, alla splendida cittadella medicea e a Napoleone di Portoferraio, al pregevole paese e alle memorie storiche di Rio nell’Elba, alla piccola realtà dall’aria raffinata di Marciana Marina: il tutto arricchito da effervescenti serate che propongono, nei graziosi centri storici, spettacolarità classica e d’attualità. Certamente un territorio che vive di turismo sa di non potersi permettere grandi trascuratezze o scarsa qualità per cui sicuramente cura, al limite delle sue capacità istituzionali, finanziarie, imprenditoriali, il bene sul quale si fonda la sua economia: per l’Elba e per l’Arcipelago, questo patrimonio è l’ambiente. Lo sviluppo economico ha visto diverse interpretazioni: dall’accoglienza casalinga ai primi turisti soprattutto stranieri degli anni ’50, si è passati alle case trasformate in piccole strutture ricettive, ai pochi grandi alberghi degli anni ’60, all’espansione numerica dei residence, delle case vacanze e degli hotel del periodo ’70-’90. Tutto questo fermento edilizio è storia passata: oggi Regione, Province, Comuni, Parco, Comunità Montana, Sovrintendenze si impegnano soprattutto per tutela e conservare, valorizzare l’esistente, offrire servizi adeguati e moderni, diversificare le proposte turistiche, migliorare in qualità. Dall’anno scorso la Regione Toscana ha promosso la campagna informativa “TOSCANA. Un mare di qualità” nella quale si danno informazioni sull’ambiente marino e sui controlli per un mare sicuro. Gli accertamenti non sono casuali e trascurati, ma ripetitivi ed accurati: l’ARPAT garantisce una frequenza almeno mensile nell’arco dell’anno su 80 punti e quindicinale nei periodi estivi su 366 punti, segnalando immediatamente i casi fuori norma ed intervenendo a breve distanza per verificare il perdurare o il superamento del problema. Ben vengano ulteriori momenti di verifica e sensibilizzazione, nella certezza scientifica e nella chiarezza degli obiettivi: le indagine effettuate da Goletta Verde non hanno le caratteristiche richieste di frequenza, metodologia di campionamento e analisi tali da soddisfare le normative ufficiali della legge italiana; possono essere un aiuto, un elemento in più di controllo, ma certamente non danno l’imprimatur della bontà/negatività delle acque e dovrebbero evitare accuratamente, sulla base di informazioni parziali, di rischiare di apparire intenzionati a favorire determinati luoghi penalizzandone fortemente altri e influenzando l’opinione pubblica. L’idea di un’Elba inquinata, di Lacona esempio di cattiva qualità delle acque non può essere accettata perché nessun dato ufficiale ha mai riscontrato una tale situazione, nessun appassionato frequentatore di questo mare lo ha rilevato: non è qui il “mare nero”. Le disponibilità economiche degli Enti, si sa, sono sempre largamente insufficienti e in continua decrescita; i Comuni, le Province, gli Ambiti Territoriali Ottimali e le società di gestione non hanno sufficienti quattrini per affrontare tutte le richieste e per questi motivi, a volte, le volontà non si trasformano in realtà: ma lavorando alcuni risultati si ottengono e Capoliveri, ad esempio, ha sostituito con nuove dotazioni due delle tre condotte fognarie che accompagnano al largo i reflui del suo territorio. Il periodo estivo ha i nervi scoperti, è giustamente attento alla rilevazione della qualità ambientale, della capacità imprenditoriale, del rispetto delle norme: deve essere di stimolo per migliorare l’esistente, ma siccome la posta in gioco è enorme economicamente e può provocare cadute infernali o ascese meravigliose, occorre essere attenti nell’esprimere giudizi categorici. Le isole dell’Arcipelago Toscano lavorano per offrire una vacanza serena e di valore ambientale e culturale ai numerosi turisti che decidono di visitarle: niente è più efficace nel conferire garanzia di un passa-parola tra amici e conoscenti e la fidelizzazione è la linea guida dell’imprenditoria locale. I cittadini delle isole ne sono perfettamente consapevoli e sanno che maturando il controllo ambientale dei territori e le capacità lavorative garantiscono non solo un futuro al turismo ma conquistano per loro stessi una migliore qualità della vita. L’attaccamento allo “scoglio”, qui nelle isole tanto sentito, è sinonimo di volontà di ritorno a casa, ma una casa che si vuole essere orgogliosi di poter, a buon diritto, continuare ad offrire a tante persone e per tanti anni. Milena Briano Assessore all’Ambiente del Comune di Capoliveri Vice presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano Mauro Antonini: L'articolo dell'Espresso è fortemente lesivo dell'immagine dell'Isola L’articolo apparso su “L’Espresso” di questa settimana –afferma Mauro Antonini- è fortemente lesivo per l’immagine dell’Isola. Il giornalista riprende, di fatto, le affermazioni di Goletta Verde asserendo e dando come certo l’inquinamento di Margidore. Spiaggia, invece, considerata balneabile dall’Agenzia Regionale per la protezione Ambientale (ARPAT), unico ente delegato a decretare la balneabilità o meno del nostro mare. Le analisi condotte da questo Organo sono state molteplici e sistematiche per tutta la stagione. Dobbiamo credere a Goletta Verde o all’ARPAT ? Noi – prosegue Antonini- crediamo all’ARPAT. Siamo certi che Goletta Verde abbia seguito in modo ineccepibile la procedura del prelievo ? Chi ce lo garantisce ? Del resto nessun Notaio era presente sull’imbarcazione. Con questo non vogliamo dire che possa esserci del dolo da parte di Goletta Verde, ma potrebbero esserci state delle distrazioni o non sufficientemente accurate o ripetute. Altro aspetto è quello della sostituzione delle condotte a mare. Che queste dovessero essere sostituite per garantire una maggiore sicurezza è un dato di fatto. Ma il tutto rientra nella normale programmazione di mantenimento e/o sostituzione delle infrastrutture. Francamente dal giornalista dell’Espresso ci saremmo aspettati una indagine più approfondita, più puntuale, che magari mettesse in rapporto i dati di Goletta Verde ed i dati Arpat (tra l’altro facilmente reperibili sul web). Le notizie che vogliono suscitare allarmismo e scandalo, quando dubbie se non false, potranno far vedere qualche copia in più, ma certamente non qualificano né l’autore né tanto meno la testata. Che poi –come afferma Fabrizio Gatti- i proprietari di hotel e ristoranti non siano sensibili alla questione depuratori ci lascia senza parole. La nostra Associazione ha fatto pressioni sugli enti preposti alla loro realizzazione, oltre ad accordi anche con Legambiente ed il Parco Nazionale dell’Arcipelago per la salvaguardia dell’ambiente. Vi è poi –conclude Antonini- un aspetto veramente inaccettabile nell’articolo di Gatti: l’evasione fiscale che sembra regnare incontrastata tra gli operatori turistici dell’Elba. Se il sig. Gatti non ha ricevuto da qualche operatore disonesto lo scontrino fiscale provveda, da buon cittadino a telefonare al 117, ma non generalizzi additando ad evasore un’intera comunità. Da qualche tempo ed ingiustamente, si continua ad infangare l’immagine dell’Isola per mettere in risalato la propria. E’ questo un comportamento inaccettabile che sarà presto esaminato anche dai nostri legali. Bruno Paternò: Un "grazie" agli amministratori capoliveresi Grazie di essere riusciti a farci apparire sulle prime pagine di uno dei più diffusi ed autorevoli settimanali italiani, con l’accusa peggiore per una località di mare che vive di turismo: inquinamento del mare. Un’accusa infamante e devastante. Un’accusa che distrugge l’unica vera risorsa dell’Elba: l’immagine di essere un posto in cui le risorse naturalistiche e naturali sono l’elemento preponderante e vincente. Ritengo che il danno arrecato a tutta l’Elba sia un danno irreversibile o, per lo meno, difficilmente reversibile. Ci vorranno anni ed anni per far dimenticare la terribile notizia di ieri. Ma, d’altra parte, c’era da aspettarselo. L’ assenza di una politica ambientale insieme alla improvvisazione dell’azione di guida amministrativa non poteva che portare a queste conseguenze. Qualche giorno fa’, sulla stampa locale, c’era una lettera aperta di un cittadino di Capoliveri, indirizzata alle autorità ambientali, nella quale molto lucidamente e sinteticamente, si faceva presente che sui temi ecologicamente più importanti, c’era una totale disattenzione da parte degli amministratori dell’ Elba, ma in particolare di quelli di Capoliveri. La raccolta differenziata non esiste ancora. C’è ormai in quasi tutta l’Italia. Nessun provvedimento per contrastare il preoccupante fenomeno dell’erosione costiera. Altri Comuni, anche in Toscana, hanno messo in cantiere iniziative per affrontare il problema. A Capoliveri niente! Inquinamento acustico e luminoso. Realizzazione di piste ciclabili e percorsi naturalistici per disabili. Pedonalizzazione delle spiagge. Difesa dall’inquinamento marino. Depurazione delle acque reflue. Pulizia e tutela dei fondali marini. Diffusione ed incentivazione dell’uso delle fonti energetiche rinnovabili. (Sui quali, tra l’ altro, c’è stato finalmente, un intervento del governo Prodi). Niente. Silenzio assoluto. Gli argomenti non interessano. A Capoliveri si vive in un altro mondo. L’ecologia e l’ambientalismo infastidiscono. E queste sono le conseguenze. Grazie ancora Sindaco Ballerini e Assessore, nonché Vice Presidente del Parco, Milena Briano! bruno paternò Ugo Lucchini: è solo uno dei soliti articoli "da Agosto" Egregio Direttore - l'articolo tratto da "l'Espresso" del 10/08 e da te parzialmente riportato sotto il titolo "E l'Espresso mette anche l'Elba nel Mare nero", mi è sembrato uno dei soliti articoli "da agosto" con poca informazione vera e molto "colore", per cui, secondo me, meritava di cadere nel dimenticatoio. Mi sorprende che venga sottolineato con enfasi da Legambiente, perchè aggiunge poco di nuovo e/o sostanziale alla polemica sugli scarichi fognari e Goletta Verde (evidentemente ognuno vede soprattutto quello che vuole vedere, ed a questo proposito noto che è stata riportata tutta la parte riguardante l'Isola d'Elba, eccetto le perplessità di un istruttore di diving sulla istituenda AMP). Dice che il problema della condotta di Margidore sarà risolto tra poco, e leggo proprio stamattina, sul tuo/nostro giornale (ed è la vera notizia positiva) che i lavori sono stati completati. Ci informa che non tutti i depuratori funzionano, ed alzi la mano chi non lo sapeva. Il seguito, che mi sembra (s)qualificante per articolo e giornalista, è la più vecchia e scontata (nonché gratuita, in quanto non documentata né giustificata) denigrazione nei confronti degli operatori del turismo, che appaiono come irresponsabili corsari, indifferenti alla tutela della loro stessa ricchezza, l'ambiente naturale: "Molti proprietari di hotel, ristoranti e bar non sembrano affatto sensibili alla questione dei depuratori. Anzi (.....) fanno di tutto per sottrarre il loro contributo alle spese pubbliche. Sperare di avere da loro uno scontrino è come chiedere una sigaretta ad una comitiva di non fumatori. Non deve sorprendere. Per non pagare le tasse ai francesi, la gente di Capoliveri ha osato tenere testa a Napoleone e al suo esercito." Mi sembrano parole in libera uscita...... Se le associazioni di categoria non sporgeranno querela contro il giornalista Sig. Gatti, forse è perchè "raglio d'asino non arriva al cielo", come dicevano i miei nonni dalle parti loro. Ugo Lucchini


tramonto ghiaie vert. media

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lacona panorama laconella

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Portoferraio golfo con barche dal reciso

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Golfo di procchio

Golfo di procchio

mola litorale

mola litorale