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A Sciambere del tafazzismo carusiano

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 12 agosto 2007

addì 29 marzo 2006, nell’A’Sciambere intitolato “della rivelazione”, ci proponesti (propinasti?) un ritratto idilliaco dell’allora futuro parlamentare Francesco Caruso. Già allora mi era venuta voglia di intervenire, ritenendo figure come la sua deleterie per gli interessi della sinistra, e te lo dice uno che non è mai stato “istituzionale”, né lo sarà in futuro, guardandosi bene dal diventare un tutt’uno con gente come Rutelli, Binetti e compagnia cantante. Pur tuttavia ritenevo e ritengo comportamenti come quelli tenuti dai vari Caruso, Casarini ecc., pur condividendone spesso il merito, assolutamente sbagliati nel metodo e soprattutto controproducenti. Il fatto poi che, nel suo quotidiano Francesco Caruso sia una compagnia piacevole e interessante poco ha a che fare con la politica. Sono assolutamente convinto che, per esempio, Berlusconi nel privato possa essere una persona piacevole e interessante , così, giusto per una grigliata all’aperto, ma poi… Ritenevo e ritengo quindi che il sub-comandante Fausto avesse preso una topica candidandolo e le recenti dichiarazione dell’Onorevole Caruso mi rafforzano in questa convinzione. Ritengo la legge Biagi sbagliata e assolutamente negativa soprattutto per i giovani che entrano nel mondo del lavoro, ma se da oggi sarà più difficile cambiarla e/o migliorarla sarà anche grazie al nostro beneamato Tafazzi/Caruso. Un abbraccio Marcello Cimino Est modus in rebus. In linea generale non sono contrario alle provocazioni. Molto spesso i provocatori, i pesci che saltano controcorrente hanno la capacità di svegliarci dal torpore culturale, di farci ragionare senza dare nulla per scontato. Molti anni fa cercai di spiegare ad un funzionario federasta che mi aveva detto "Ma tu così sei fuori della linea!" con lo stesso tono che avrebbe usato per accusarmi di omicidio, che solo il fatto che ci fosse qualcuno fuori della linea sostanziava l'esistere della linea medesima, ma era un concetto troppo raffinato per il mio interlocutore. Continuo ad affermare che Caruso fuori dai panni del provocatore, appare come persona mite ed educata, e che al di là di chi si candida o non si candida è opportuno dialogare pure con chi ha posizioni anche radicalissime (purché accetti le regole della democrazia). Tutto ciò premesso le ultime esternazioni carusiane hanno, non poco fatto girare le palle pure a me, ancor prima che per la gravità delle offese gratuite a defunti e vivi, perché nel merito (nella ricerca delle cause e responsabilità delle morti sul lavoro) si trattava di fuorvianti, ciclopiche stronzate. Ora, è chiaro che Caruso non è né un Emile Zola, né un Pierpaolo Pasolini ed è assai meno divertente di Daniele Luttazzi, e meno fine di Wladimir Luxuria; nel panorama dei "provocatori" poteva assumere il ruolo di "onesta gallina", probabilmente si è pensato un'aquila e giocando al rialzo ha sparato delle cazzate molto più grosse della sua stessa persona. Secondo me però è la saggezza agreste di Di Pietro (che ha liquidato il tutto con un alzata di spalle e la definizione di "bambino viziato") ad indicare la strada della reazione più giusta. Il partito che lo ha eletto prenda le misure del caso, gli altri non facciano un "caso" di affermazioni che vanno lasciate nella loro inconsistenza logica, altrimenti si farà proprio il gioco del provocatore.


Tafazzi

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