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Catrame spiaggiato (e rimosso) su mezzo miglio di costa dall'Ogliera all'Argentera Intervento della Capitaneria su una chiazza oleosa di 5 miglia che minacciava l'Elba Scongiurato un gravissimo inquinamento della costa sud-occidentale

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 12 agosto 2007

Il primo allarme è arrivato alla Sala Operativa della Capitaneria di Porto poco dopo le 10 di sabato 11 Agosto: un cittadino aveva segnalato al servizio 1530 che una chiazza di sostanze oleose di circa 200 metri di lunghezza e 30 di profondità stava avvicinandosi a Fetovaia. La Guardia Costiera inviava sul posto un battello antinquinamento della Castalia e la situazione a Fetovaia veniva risolta abbastanza sollecitamente senza che la costa venisse interessata ma, ma si scopriva presto che la parte maggiore del lavoro di disinquinamento restava da affrontare. Veniva infatti individuata un'area di mare ben più vasta, inquinata da idrocarburi compattati in grumi di catrame di grosse dimensioni, in galleggiamento una striscia lunga 5 miglia e larga 300 metri che si trovava ad una distanza tra i 200 metri ed un miglio dalle coste dell'Elba sud-occidentale tra Punta Nera e Fetovaia. La Guardia Costiera rinforzava la sua presenza sul posto, tanto che fino a sera avrebbero lavorato per aspirare le sostanze oleose frantumarle e disperderle due unità della Castalia e due battelli veloci provenienti da Campo e da Marciana Marina. Purtroppo però l'ampiezza del fronte di mare inquinato era tale che una frazione della chiazza sfuggiva al controllo ed andava a spiaggiarsi su un fronte di circa mezzo miglio. La quantità più rilevante di catrame giungeva sulla spiaggia dell'Ogliera in Comune di Campo nell'Elba, ma vicina alla frazione marcianese di Pomonte, dove interveniva la Protezione Civile e dove anche molti bagnanti si mettevano a pulire anche con mezzi di fortuna. Ma altre sostanze oleose raggiungevano per fortuna in quantità progressivamente meno rilevante la costa fino a Punta Argentera ed al "Giardino". Si iniziavano a nutrire preoccupazioni anche per la contigua Spiaggia delle Tombe, uno dei siti naturalisticamente e paesaggisticamente più importanti dell'Elba (inserito in una classifica di Legambiente tra le 12 più belle spiagge d'Italia) ma un provvidenziale intervento del rimorchiatore antinquinamento della Castalia riusciva a bloccare in quel punto le sostanze inquinanti quando erano giunte a poche decine di metri dalla costa. Il lavoro dei mezzi navali continuava ininterrottamente fino alle ore 19.30 ed in prima serata si registrava un altro evento meteo positivo la rotazione di 180 gradi del vento che in precedenza spirava da Sud-Ovest. La corrente tendeva quindi a quel punto ad allontanare i residui degli idrocarburi dalle coste dell'Elba. Intanto la Capitaneria di Portoferraio emetteva un comunicato nel quale si dichiarava che si stava studiando il materiale raccolto anche al fine di risalire ai responsabili dell'inquinamento. Un compito non agevole poiché la consistenza dei grumi di catrame testimoniava che gli idrocarburi (forse rilasciati da una petroliera che aveva proceduto ad un illegale lavaggio delle cisterne) stavano in mare già da alcuni giorni. Risolto, almeno apparentemente, il problema la guardia non veniva del tutto abbassata, in nottata la Protezione Civile del Coordinamento dell'Elba Occidentale ha continuato a sorvegliare gli arenili e le coste per ntervenire nel caso di spiaggiamento di materiale sfuggito ai controlli.


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