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E l'Espresso mette anche l'Elba nel "Mare Nero"

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 11 agosto 2007

Qui sotto potete leggere l'inchiesta dell'Espresso (NDR riportiamo solo il brano che interessa specificamente l'Elba) che, con qualche imprecisione anche amministrativo-topografica, conferma, punto per punto, quanto detto da LEGAMBIENTE sullo stato delle condotte sottomarine dell'Elba e di Capoliveri (e di Margidore in particolare). E stavolta anche l'Assessore all'ambiente e vicepresidente del Parco Nazionale Briano, davanti a un notissimo giornalista di un grande giornale, ammette che gli impianti non sono a norma, e non rilancia le accuse che insieme al sindaco Ballerini e in compagnia dell'Onorevole Bosi ha diffuso sui giornali locali. Non ci aspettiamo certamente delle scuse, ma siamo convinti che la ragione non sia dei fessi: é di chi dice la verità, Vedrete però che nessuno attaccherà l'Espresso per le cose molto pesanti che scrive, stavolta nessuno minaccerà querele (che poi puntualmente non fa). Qualcuno, dopo la arrabbiate reazione di Amministratori, albergatori, Confcommercio, Faita.., dopo le richieste di danni e punizioni esemplari per Legambiente che avrebbe diffuso dati "falsi", aveva fatto notare che quella reazione così esagitata, invece di avviare un ragionamento e capire le cause dell'inquinamento (lieve in 3 punti su quattro dove era stato riscontrato), buttavano metaforicamente "merda dentro un ventilatore". Non sarà una similitudine elegante, ma l'effetto mediatico raggiunto dagli attacchi contro Goletta verde e Legambiente ci sembra proprio quello, e le ammissioni dell'ultimora servono a poco. E' arrivato davvero il momento, per chi ne ha la responsabilità, il potere e l'obbligo amministrativo, di allacciare tutte le nuove condotte sottomarine e di costruire i depuratori dove mancano e di farli funzionare e potenziarli dove ci sono. (da "Mare Nero" di Fabrizio Gatti Espresso del 10.08.07) ... Duecentoquaranta chilometri lungo la costa e una traversata in traghetto portano a Capoliveri, il paese sospeso tra cielo e mare in cima alle salite dell' Elba. Anche qui la mancanza di finanziamenti rischia di mettere in pericolo il grande paradiso naturale. Dai 3.600 residenti invernali si passa d'estate a 40 mila abitanti, più del 10 per cento di tutto il turismo dell'isola. Gli scarichi fognari sono la principale minaccia all'ambiente. I liquami finiscono al largo attraverso tre condotte subacquee. Se ne parla molto in questi giorni. Perché in luglio le analisi di Goletta verde rivelano livelli fuorilegge dei soliti batteri fecali: quattro stelle di giudizio negativo davanti alla spiaggia di Margidore a Lacona, nel comune di Capoliveri. Fino a giugno, secondo le analisi dell'Arpa Toscana, i valori erano normali. E confermavano il solito, lieve aumento che da anni si registra dopo le vacanze di Pasqua e durante le ferie estive. Per raggiungere parametri almeno dieci volte superiori al limite di legge qualcosa dev'essere successo. "Siamo convinti che l'acqua sia sempre stata in buone condizioni", risponde l'assessore all'Ambiente di Capoliveri, Milena Briano, "lo confermano le analisi del 4 luglio dell'Arpa che saranno presto pubblicate. Probabilmente i prelievi di Goletta verde sono stati fatti involontariamente poco dopo lo scarico di liquami da qualche imbarcazione. E questo può aver fatto salire i valori". Proprio in questi giorni però il Comune di Capoliveri allaccerà alla rete fognaria la nuova condotta subacquea di Margidore. Milleduecento metri di tubatura che sostituiranno la vecchia messa sotto accusa dopo i risultati di Goletta verde. Delle altre due condotte sottomarine, quella del Lido è stata rifatta lo scorso anno. La tubatura nuova sul fondale di Naregno, pronta per essere allacciata, è già stata danneggiata da due ancoraggi maldestri. La sostituzione dei tubi corrosi può ridurre i rischi di inquinamento sotto costa. Ma non elimina i liquami in mare. Perché non tutti gli scarichi di Capoliveri (e di altri paesi dell'Elba) passano attraverso i depuratori. E non tutti i depuratori funzionano. Proprio a Lacona hanno costruito uno degli impianti più grossi. È fermo da anni. Un cubo di cemento armato nella pineta dove corrono le lepri. Le vasche di ossigenazione dell'acqua ricoperte di erbacce. La solita cattedrale nel deserto. "Andrebbe riammodernato con le nuove tecnologie", spiega l'assessore di Capoliveri, "ma i comuni da soli non ce la fanno. Impegnarsi a costruire un grosso depuratore per un Comune come il nostro significa bloccare tutte le altre spese". L'isola d'Elba ha perso anni preziosi. Grazie a un braccio di ferro burocratico tra comuni, agenzie pubbliche e comunità montana. Perché qui, pur essendo l'isola più grande della Toscana, valevano le stesse regole di Courmayeur. L'ultima speranza per trovare in fretta finanziamenti è accettare senza modifiche la proposta del ministero dell'Ambiente sull'istituzione del parco marino. E in cambio chiedere allo Stato di pagare i depuratori. Ma, come previsto, non tutti gli imprenditori sono d'accordo. Molti proprietari di hotel, ristoranti e bar non sembrano affatto sensibili alla questione dei depuratori. Anzi, come a Porto Venere, fanno di tutto per sottrarre il loro contributo alle spese pubbliche. Sperare di avere da loro uno scontrino è come chiedere una sigaretta a una comitiva di non fumatori. Non deve sorprendere. Per non pagare le tasse ai francesi, la gente di Capoliveri ha osato tenere testa a Napoleone e al suo esercito. Figuriamoci che effetto possono fare gli appelli di Romano Prodi. Alla fine, i turisti non mancano. L'acqua, anche a Lacona, è trasparente. E pesci, balene, tursiopi, zifi, stenelle continuano a frequentare la zona.


mare nero panorama

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