Ben vengano i comitati per la difesa dell’ambiente e ben venga la partecipazione, come peraltro prevede la convenzione di Aarhus, fino anche a considerare l'ipotesi del referendum. Apprendiamo che è nato un "Comitato per il NO" all’accordo di Bagnoli-Piombino; riteniamo che questo evento dimostri l'importanza e la vitalità del dibattito locale e l’irrinunciabile esigenza dei cittadini di fruire di una informazione scrupolosa e puntuale. Consideriamo fin da oggi il Comitato un importante interlocutore per garantire un valido processo partecipativo e approfondire ogni aspetto dell'operazione. Auspichiamo che il confronto cittadino possa avvenire nel merito delle questioni, in modo dialettico ed anche critico, ma senza preclusioni o preconcetti puramente ideologici che impedirebbero una lettura complessiva dei problemi di questo territorio. Il progetto di riqualificazione ambientale di Bagnoli e Piombino, due siti di bonifica nazionale legati da inquinamento di identica origine, può costituire sulla carta un’operazione di straordinario rilievo, per i finanziamenti in gioco destinati alle nostre bonifiche, per l’ampliamento del porto, per la realizzazione della strada 398, e, soprattutto per l’accelerazione dei processi di risanamento ambientale fermi da anni o addirittura mai partiti. Per rispondere a queste difficoltà la strategia del Ministero è stata quella di promuovere la collaborazione tra Siti nazionali di bonifica (SIN) che presentano problemi simili. Le preoccupazioni dei cittadini hanno stimolato la ricerca di soluzioni operative e di controllo che assicurassero le massime garanzie per la tutela dell’ambiente, della salute pubblica e dei lavoratori, creando le condizioni per bonificare e riqualificare il nostro territorio. Qui non si tratta di rispondere ad interessi speculativi di vario genere, ma creare i presupposti per accelerare l’ampliamento portuale e quindi diversificare le tradizionali attività industriali. Dobbiamo quindi ottenere che sia garantita la possibilità del controllo democratico, e questo può avvenire, prima di tutto, se si rendono pubblici i dati ambientali, i passaggi tecnici e gli atti amministrativi, rispondendo correttamente ad uno degli aspetti emergenti nella politica di difesa dell’ambiente, cioè la "comunicazione del rischio". Per questo abbiamo chiesto di attivare la massima informazione e le più avanzate misure di precauzione. Abbiamo lavorato con determinazione perché non ci fossero rifiuti pericolosi, perché si ampliassero i controlli rispetto a quelli di routine, perché si tutelasse il territorio ancora inalterato come la spiaggia del Quagliodromo. Abbiamo proposto ed ottenuto, con il coordinamento della Provincia quell’Osservatorio di Monitoraggio Ambientale che garantirà un'azione informativa scrupolosa, puntuale ed accessibile in ogni istante a tutti i soggetti interessati in tutte le fasi operative; un programma che prevede il coinvolgimento, tra gli altri, delle associazioni ambientaliste (Legambiente, Greenpeace e WWF) e i rappresentanti dei cittadini nelle amministrazioni. Sulla base di tale osservazioni chiediamo a chi ricopre ruoli di governo che si considerino queste perplessità e preoccupazioni, per consentire un ampio dibattito ed una maggiore partecipazione su questi temi. Mauro Romanelli e Daniela Morra portavoce Verdi Toscana Marco Chiarei, portavoce Verdi Val di Cornia
lucchini piombino