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Controcopertina - Le AMP di Corsica e quella da realizzare nell'Arcipelago

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 11 agosto 2007

Egregio Direttore, devo confessarle che quando Legambiente ha sostenuto di approvare le norme còrse sulle riserve marine mi sono sentito assai confortato nelle mie tesi. Detestando qualunque diatriba politica, mi sono ben guardato, comunque, dall'intervenire. Ora però, leggendo la sua "controcopertina", mi vedo costretto a fare delle osservazioni. Premesso che mi affido, nelle mie ricerche, a quanto disponibile sul web, e quindi, dispostissimo ad essere eventualmente smentito, vorrei contraddirla. Legambiente, e Lei, ricordavate male. Nella parte marina della Riserva Naturale di Scandola, peraltro la più importante, la più antica, e in pratica la più protetta in Corsica, sono effettivamente vietate pesca ed immersioni. Dopodichè, è vietato l'ancoraggio notturno e, nella zona di riserva integrale, anche quello diurno. Fine. Non è affatto proibita la navigazione e tanto meno "l'attività antropica". Si può quindi entrare tranquillamente, ancorarsi, fare il bagno e godere delle bellezze della riserva. Forse che a Montecristo, Pianosa o nelle zone A delle AMP ciò è possibile? Se poi prendiamo in considerazione la più estesa Riserva, quella delle Bocche di Bonifacio, troviamo tre zone di protezione, assimilabili alle nostre A, B e C. Intanto, premettiamo che la dizione francese "autorisé" non corrisponde alla dicitura "autorizzata" delle nostre AMP: non servono infatti particolari formalità burocratiche come da noi. E quindi: ingresso, balneazione e snorkeling, tranquillamente consentiti ovunque; circolazione e ormeggio, pesca sportiva, pesca subacquea e immersioni, consentite in B e C; in zona A, divieto di pesca ed immersione come per Scandola. Andrebbe anche considerato che la zona A è di 1.200 ettari, a fronte di un area protetta di 93.000 ettari... Poi ci sono, sempre in Corsica, una serie di piccole zone di tutela, in genere dedicate a alla salvaguardia dei siti di nidificazione di uccelli particolarmente rari, come il famoso gabbiano corso (simbolo anche del nostro Parco), il marangone dal ciuffo o il falco pescatore. In tutte queste zone ci sono solo dei saggi vincoli specifici ed utili agli scopi prefissi. In conclusione, se si lasciasse da parte la politica, forse una seria tutela dell'ambiente non cozzerebbe affatto con una giusta fruibilità del territorio. Augurandomi che la nostra Isola ed il nostro Arcipelago diventino un oasi di convivenza fra Uomo e Natura, la saluto cordialmente. Yuri Tiberto Acquario dell'Elba Ringrazio per la precisazione (da precisare però ulteriormente: quando parlavo di attività antropica interdetta mi riferivo alla sola zona integrale dove comunque, come lei dice, non ci si può ancorare o ormeggiare, non si possono fare immersioni, non si pesca H24). Ma le sue precisazioni non mutano la sostanza di quanto affermavo, poiché è evidente che nelle zone protette di Corsica esistono vincoli molto seri, ragione per la quale dire "facciamo come in Corsica" intendendo con ciò realizzare finte aree protette dove tutto o quasi è permesso, è quanto meno fuorviante, perché nelle riserve marine corse i divieti e le regole sono più stringenti di quelli delle AMP italiane e molto più stringenti di quanto proposto per l’Elba, ad esempio: in Corsica sono proibite in zona B le attività subacquee (e quindi anche quelle dei diving centers, tanto per capirsi se lo Scoglietto fosse alla Scandola nessuno potrebbe andare a farci le immersioni) e anche calare un solo amo, mentre da noi è consentito. Se quindi - mi consenta di scherzare - io e Legambiente abbiamo ricordato male su un particolare lei ricorda incompletamente su diversi altri. E veniamo alla sua proposta che in pratica si sostanzierebbe, se ho capito bene nel declassare il livello di protezione delle acque di Montecristo e Pianosa in modo che vi si possano effettuare "circolazione e ormeggio, pesca sportiva, pesca subacquea e immersioni". Mi sembra abbastanza improbabile che vengano declassificati vincoli non imposti dal parco ma che esistono a Montecristo da quando (mi sembra dal 1971) è stata istituita la riserva integrale dello Stato gestita dal Corpo Forestale dello Stato e a Pianosa da quando c’è il carcere (tanto che il mare di Pianosa è “affidato” al parco con un Decreto Ministeriale e non con il decreto istitutivo del Presidente della Repubblica!), inoltre, da qualche mese quelle due aree di mare protetto, insieme a quelle di Gorgona, Capraia e Giannutri, sono diventate anche Zona di Protezione Speciale dell’Unione Europea, forse una diminuzione della loro protezione ci porterebbe immediatamente alla perdita del diploma ambientale europeo per Montecristo e all’avvio di una bella procedure di infrazione per l’Italia e la Toscana… Le zone B e C ci sono anche in Italia (anche la D dove è permessa la pesca subacquea), le uniche differenza con quelle corse sono che nelle nostre zone B ci si può immergere con le bombole dappertutto, mentre è vietata la pesca subacquea anche nelle C, ma c’è una maggiore disponibilità alla pesca sportiva dei “continentali” che chi è stato in Corsica sa non essere proprio possibile in praticamente tutte le riserve marine di quell’isola. Per quanto riguarda la disputa linguistico burocratica tra "autorisé" cosa e "autorizzata" italiana, basterebbe chiedere ad un abitante di Capraia se ha bisogno di chiedere l’autorizzazione ogni volta che esce per andare a pescare, l’autorizzazione per i forestieri mi sembra normale e già oggi nel parco nazionale è favorito chi ha casa di proprietà sulle isole o soggiorna a lungo. Vedo che cita come esempi positivi “le piccole zone di tutela, in genere dedicate a alla salvaguardia dei siti di nidificazione di uccelli particolarmente rari, come il famoso gabbiano corso (simbolo anche del nostro Parco), il marangone dal ciuffo o il falco pescatore. In tutte queste zone ci sono solo dei saggi vincoli specifici ed utili agli scopi prefissi”, ma guardi anche nel nostro povero Parco dell’Arcipelago ci sono le stesse zone, credo almeno a Capraia e Pianosa. Insomma troppo spesso si scopre ammirati che gli altri fanno cose che non sappiamo che esistono anche a casa nostra e si pensano siano più permissivi vincoli e regolamenti che sono molto più duri dei nostri, ma poi (salvo possibili minimi errori come il nostro iniziale), se si perde un po' di tempo a confrontare con pazienza gli ordinamenti ci se ne accorge. Per quanto riguarda lo balneazione e snorkeling, tranquillamente consentiti ovunque, io le permetterei anche in zona A (e in qualche AMP italiana già succede), ma faccio il giornalista, non il legislatore, sono i politici a cui si deve chiedere di informarsi, studiare, e fare proposte non dettate da discorsi sentiti al bar, ma ragionate. Perchè veda signor Tiberto: una cosa mi sento di non condividere assolutamente del suo pensiero: la suddivisione tra la "politica" e le scelte gestionali in campo ambientale, la politica non si può ignorare mai, tanto meno ragionando di aspetti che ricadono tanto importantemente sul nostro quotidiano, visto che le leggi della fisica si sperimentano nei laboratori scientifici, ma quelle della convivenza sono di competenza delle assemblee elettive e delle altre istanze democratiche. In politica ed in democrazia appunto, e guai se così non fosse.


ghiaie mare legno panorama

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