Più di cinquemila ettari bruciati nei Parchi nazionali dal 2001 al 2005, una media di oltre mille ettari ogni anno. Questo il drammatico risultato fornito dal database contenuto nel progetto dell'Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell'Ambiente (Irea) del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Milano e del Ministero dell'Ambiente (Direzione Protezione Natura), che consente di visualizzare i perimetri delle aree toccate dal fuoco nei Parchi nazionali italiani per gli anni 2001-2005 e di ottenere informazioni sulla distribuzione spazio-temporale degli incendi. Il totale delle superfici andate in cenere nei Parchi raggiunge il totale di 5.041 ettari (ha). L'anno più drammatico è stato il 2004, con 1441 ha, seguito dal 2001 (1182) e 2003 (1172). Particolarmente pesante risulta la situazione nei Parchi meridionali, flagellati anche di recente, che coprono tutti i primi quattro posti della graduatoria: il triste primato va al Cilento-Valle di Diano con 1159 ha incendiati, seguito dal Pollino con 1150, dall'Aspromonte con 785 e dal Gargano con 717. Il primo Parco che non si trovi nel Mezzogiorno è quello dell'Arcipelago Toscano con 627 ha. I roghi più devastanti nei cinque anni presi in esame si sono verificati: nel Pollino, 440 ha andati in fumo nel 2004, annus horribilis che ha visto bruciare anche 385 ha nell'Arcipelago Toscano e 279 nel Cilento. Nel Pollino, con 314 ha bruciati, si è consumato il rogo più drammatico del 2003, quando gli incendi nell'Aspromonte hanno distrutto altri 244 ha. Sempre nel Pollino e nell'Aspromonte si è stabilito il record del 2001 con 240 ha ciascuno, mentre nel 2005 il primato va al Cilento con 420 ha. "In Italia ogni anno gli incendi danneggiano consistenti parti del patrimonio forestale e creano nei casi più estremi condizioni di rischio elevato per la popolazione residente, come sta capitando di leggere sempre più spesso nelle cronache di questi mesi estivi" spiega Pietro Alessandro Brivio, responsabile dell'Unità di Milano dell'Irea-Cnr. "Eppure in Italia non è disponibile una cartografia in grado di fornire dati precisi sulle aree danneggiate, individuare le zone a rischio e garantire così una politica di gestione e prevenzione efficace. Questa carenza è stata finalmente colmata grazie al progetto Cnr-Irea e Ministero dell'Ambiente, in grado di fornire un sistema integrato per il monitoraggio e la mappatura". Soltanto tre i Parchi completamente immuni dalla piaga degli incendi nel quinquennio esaminato e cioè quelli dell'Appennino Tosco-Emiliano, dei Monti Sibillini e dell'Asinara. Sono riusciti a contenere le superfici incendiate sotto la decina di ettari anche lo Stelvio (6,4), il Parco delle Dolomiti Bellunesi (6,6), il Parco di Abruzzo, Lazio e Molise (1,3). Se si ragiona in termini di rapporto tra superfici andate a fuoco e totali, i più danneggiati sono stati il Parco della Val Grande con 119 ha incendiati su 11340 di estensione, il Vesuvio con 78 su 7259 e l'Aspromonte con 785 ha su 76053, cioè circa l'1%, mentre l'Arcipelago Toscano, con 627 ha danneggiati su 16856 è stato colpito per quasi il 4%. "Le mappe delle aree bruciate sono state ottenute da circa 500 immagini satellitari acquisite dal sensore Aster (Advanced spaceborne thermal emission and reflection radiometer), relative al periodo 2001-2005, in grado di fornire un sistema integrato per il monitoraggio e la mappatura", aggiunge Brivio. "Le mappe sono state poi confrontate con i dati rilevati a terra dal Corpo Forestale dello Stato in modo da avere una informazione più completa".
Incendio schiopparello 2006 elicottero