Torna indietro

Ancoraggi rispettosi delle posidonie, accordo tra Portoferrraio e Greenpeace

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : martedì, 31 luglio 2007

A bordo della storica nave di Greenpeace ancorata al molo Gallo, lunedì alle ore 12, è stato firmato il primo protocollo d’intesa con il Comune di Portoferraio, la Lega Navale, il circolo Teseo Tesei, per la salvaguardia dell’area protetta dello “Scoglietto”. Si tratta di un sistema di ormeggio ecocompatibile destinato ai fruitori del mare ed ai Diving che organizzarono giornaliere escursioni nella zona, giudicata una delle più belle e meglio conservate dell’Elba. Il sistema si chiama “manta rei” e permette di piantare dei perni fissi a pressione sotto il fondo e di attaccarci le boe, in modo da non arare le posidonie con le ancore delle barche. “In un primo momento – spiega l’assessore all’ambiente Marino Garfagnoli – si era pernsato a delle boe fissate a pietre forate naturali posizionate sul fondo, ma anche questa ci pareva una pratica invasiva”. “Quello che ci preme sottolineare – ha dichiarato il sindaco Roberto Peria – è di coinvolgere tutte le energie positive per la gestione, il monitoraggio ed il controllo di queste zone, creando delle “sentinelle del mare” che poi saranno proprio coloro che usufruiranno di questo bene”. "Per più di dieci anni si è discusso sulla realizzazione di questi ormeggi" – dichiara Alessandro Giannì, responsabile della campagna Mare di Greenpeace - "Finalmente, siamo passati dalle parole ai fatti. Auspichiamo che il piccolo gesto che stiamo realizzando qui possa essere utile a far capire l'urgenza della tutela del mare e la sua importanza per gli abitanti e per l'economia dell'Elba". Alla firma del protocollo erano presenti, oltre che ai sottoscrittori, anche l’assessore provinciale all’ambiente, Anna Marrocco, e la vicepresidente del Parco nazionale, Milena Briano. Nel pomeriggio, gli attivisti di Greenpeace, con i sub locali, hanno iniziato le operazioni preliminari di ricognizione e documentazione nell’area dello “Scoglietto”. Al progetto hanno lavorato gratuitamente gli ingegneri Stefania Cane e Valerio Lombardi, che hanno collaborato con l’Ufficio Tecnico del Comune di l’operatore subacqueo Antonio Marino. “La Zona di Tutela Biologica dello Scoglietto– si legge nella nota diramata da Greenpeace - presso l’isola d’Elba è un ottimo esempio del successo delle riserve marine. Proprio la ricchezza della sua fauna ittica ha portato, però, a una notevole frequentazione di imbarcazioni le cui ancore possono talvolta danneggiare il fondale (popolamenti delle rocce, posidonia). Le riserve marine sono uno strumento importante per la tutela delle risorse e della biodiversità marina. Ovviamente da sole non bastano: oltre i loro confini è indispensabile una gestione corretta delle attività umane, sia in mare che a terra. "I dati delle ricerche scientifiche sono chiari: dove le riserve marine sono ben gestite aumentano sia la diversità biologica che le popolazioni ittiche: fino a 70 volte!" - dichiara Alessandro Giannì, responsabile della campagna Mare di Greenpeace - "Le riserve marine devono essere vissute come occasione di sviluppo e non come un vincolo”. "Greenpeace chiede – si legge ancora nella nota - che il 40 per cento dei mari del Pianeta sia tutelato da riserve marine. Per questo ha presentato una proposta per una rete globale di Riserve Marine nelle acque internazionali degli oceani del Pianeta, e proposte specifiche regionali, inclusa una proposta per 32 riserve marine che coprono il 40 per cento delle acque internazionali del Mediterraneo".


posidonia piante mare sub

posidonia piante mare sub