Con la pubblicazione del bando di Formazione Professionale per Guide Turistiche la Provincia di Livorno ha colto due obiettivi: dare risposta ad una esigenza formativa direttamente correlata allo specifico economico territoriale, e sanare una ingiustizia palese che era stata generata dal cattivo, talvolta pessimo funzionamento della stessa pubblica amministrazione, restituendo, pur su un limitato fronte la certezza del diritto a dei lavoratori. Chi scrive con altri aveva frequentato ben 13 anni fa un corso di formazione per guida turistica, finanziato (gravosamente) dalla Regione Toscana, si era impegnata per più di un anno (tanto durarono le approfondite lezioni) ed aveva conseguito al termine dopo aver sostenuto un regolare esame l’attestazione di essere qualificata dalla Regione Toscana come “Guida Turistica”. Pochi mesi dopo scoprimmo che la stessa Regione che ci qualificava considerava il suo stesso attestato carta straccia, valutando la lunga formazione non solo insufficiente per l’esercizio della professione, ma addirittura neppure valida come titolo nelle “normali” prove di accesso svolte a livello regionale negli anni successivi. Una ingiustizia intollerabile anche perché consumata ai danni di lavoratori che (il mercato turistico lo richiedeva) già da anni operavano nella realtà come guide turistiche, una ingiustizia che spingeva verso il mondo dell’irregolarità dei cittadini che avevano dimostrato sia nella fase di apprendimento formativo che in quella del lavoro di aver già conseguito una professionalità che non era “ufficialmente” riconosciuta. In questi lunghissimi anni gli allievi di quel corso, non hanno mai cessato di chiedere quanto loro era dovuto, accontentandosi, in linea subordinata, che fosse data loro una chance formativa per l’esercizio della professione dopo quella che nei fatti era stata invalidata. Chi scrive potrebbe riempire pagine intere solo riportando i nomi di amministratori, tecnici, politici di livello locale regionale e nazionale che ha incontrato in questi anni, a cui ha segnalato, senza che si cavasse un ragno dal buco, l’insostenibile situazione dei lavoratori che erano stati così bellamente presi per i fondelli dalla macchina burocratica e dalle sue inadempienze professionali. Finalmente, con qualcuno dei “ragazzi” di quel primo corso che ormai è più vicino al pensionamento che all’età canonica per intraprendere una professione, si svolgerà un nuovo corso all’Elba al quale almeno potranno partecipare. La considerano una piccola ma importantissima conquista. E credo di interpretare i sentimenti dei miei colleghi formulando un ringraziamento alla Cescot Confesercenti del Tirreno che ha organizzato il corso, a quella parte di stampa locale che ci è stata più vicina, all’ex Segretario della Camera del Lavoro Giovanni Frangioni che in questi anni non ha mai cessato di continuare a porre la questione di un nostro diritto negato.