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A sciambere del traghettatore tacchinatore

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 25 luglio 2007

Pochi giorni fa, mia moglie ed io, ci siamo dovuti recare a Livorno d’urgenza. Al ritorno cominciava a farsi tardi e dovevamo cercare di rientrare ad un ora decente per un impegno precedentemente preso. All’imbarco sulla motonave Moby ci dirigono ai ponti superiori e così chiediamo al comandante se per favore ci può far rimanere a “piano terra” per poter sbarcare il prima possibile: per tutta risposta ci sentiamo dire in maniera tutt’altro che cordiale che andavamo in ferie e che potevamo andare di sopra come tutti gli altri. Siamo così andati all’ultimo piano. Faccio presente che gli abbiamo detto di essere residenti e abbiamo provato a mostrargli anche un documento che attestasse la residenza, a dimostrazione del fatto che non volevamo fare i furbi, ma non ha voluto sentire ragioni. Lo stesso documento che mia moglie ha voluto esibirgli dopo, fra le mille scuse del comandante stesso che per farsi perdonare gli promette di farci scendere il prima possibile (cosa praticamente impossibile). Siamo infatti scesi per ultimi, dopo più di venti minuti di attesa che aggiunti ai venti di ritardo sull’orario di partenza diventano 40. E meno male che eravamo insieme perché nel caso mia moglie fosse stata sola, come è successo non molti giorni prima e come succede tutte le volte, avrebbe dovuto pure subire le “attenzioni” da qualche elemento che fa parte del personale di bordo, il quale si sente in diritto di tampinare buona parte delle donne che viaggiano sulla rotta Piombino-Portoferraio non pensando che non sono tutte turiste e che le residenti a volte escono anche per motivi per cui magari, soprattutto d’estate, vorrebbero farne a meno: in parole povere già gli girano le palle se poi ci si mette pure il codazzo di mosconi ……. Lettera firmata Mi giunge vecchia quella dell'essere sbatacchiati al "piano nobile" del traghetto senza tanti complimenti e, cosa paradossale, indipendentemente dall'orario di arrivo (e dalla fila) fatta al porto, ma mi giunge del tutto nuova questa dei traghettatori-tacchinatori, forse dipenderà dal fatto che viaggio poco, da quello che in genere scelgo la Toremar (almeno mi godo un po' dei quadrini delle sovvenzioni pubbliche che anche io ho fornito alla Tirrenia), dipenderà soprattutto dal fatto che non sono una bella bimba, ma che fosse giunto a livello di sensibilità il fenomeno del pappagallismo marittimo non me lo sarei mai figurato. Intendiamoci, anche se il nostro ordinamento giudiziario non contempla lo "ius tampinandi" il proporsi come sponda amorosa, pure alle signore coniugate, non è reato. Tuttavia se l'atteggiamento in questione è davvero riscontrabile e da parte di più elementi, farebbe bene, se non altro per una questione di stile, chi di dovere a dare una bella "tazzata d'orecchi" ai testosteronici giovinotti di bordo.


Tacchino

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