Quello che è accaduto sulle strade elbane negli ultimi due mesi è orribile e spaventoso e lo è anche sulla base di un freddo ragionamento numerico, statistico. Le strade elbane hanno ucciso in cinque diversi sinistri cinque persone il che significa che si è verificato (dati ISTAT alla mano) un numero di incidenti mortali circa quindici volte maggiore rispetto alla media nazionale per abitante ed un numero di decessi dieci volte e mezzo più alto che generalmente in Italia, che è già il paese europeo dove è più pericoloso guidare. E se volessimo fare un parallelo con una realtà insulare più vicina alla nostra (ad esempio quella di Malta) scopriremmo che la nostra rete viaria è stata trenta (30) volte più mortale di quella maltese. Confronti che sono solo “addolciti” ma rimangono fortissimamente sbilanciati anche tenendo conto dell’aumento delle presenze estive. In momenti come questi è giusto manifestare solidarietà e cordoglio alle famiglie colpite da tragedie quali la perdita di una persona cara, ancora più devastanti quando si tratta di un figlio, magari sarebbe giusto farlo con il senso della misura e senza ostentazione proclamatoria, come proprio il lutto vorrebbe. Ma ancor di più in momenti come questi chi amministra e chi contribuisce a formare l’opinione delle persone insieme agli educatori più o meno autorizzati deve iniziare a pensare in concreto a come fermare o almeno arginare questa assurda strage. E se alla base di tutti (o quasi) gli incidenti mortali c’è una violazione delle norme di circolazione (il dolore per la perdita di un concittadino non ce lo deve mai far dimenticare) occorre, per iniziare un impegno costante nella educazione alla legalità anche sul fronte della sicurezza stradale, a cui deve far da sponda un regime sanzionatorio che se vuole essere efficace deve essere sostanzialmente inasprito e non solo sul fronte pecuniario, che serve a poco all’Elba, frazione della Toscana che vanta il maggior reddito pro-capite e il minor tasso di scolarizzazione. Il Governo ha in animo un giro di vite, le amministrazioni decentrate si preparino ad applicare le nuove più drastiche misure in maniera rigorosa. In subordine si possono poi adottare misure che rendano le strade isolane meno pericolose, partendo anche in questo caso dai numeri, e da accettare una realtà: gli assi viari elbani principali sopportano per lunghi periodi dell’anno dei carichi spaventosi di traffico veicolare, un volume spropositato di movimenti rispetto alla sezione delle strade e alla conformazione orografica del territorio che attraversano. E qui non si tratta a nostro parere tanto di assumere misure estreme come la limitazione per decreto, il contingentamento dei numeri dei veicoli in entrata, quanto di rendere appetibile il soggiorno senza mezzo al seguito. Un punto fermo dovrebbe essere la creazione di una vera rete di trasporto collettivo interno (quella esistente è poco più che un conato) che funzioni H24 durante la stagione turistica, con la concessione gratuita o a prezzi abbordabili agli ospiti di mezzi “ambientalmente leggeri” come bici, ma pure scooter e auto elettriche, con la creazione di “parcheggi di scambio custoditi” sì, ma più che all'Elba oltre il canale, favorendo una gestione “sociale” di uno stazionamento in continente del mezzo di chi vuol venire all’Elba e lasciare l’auto a Piombino in sicurezza e senza pagare tariffe esose. Ma oltre a diminuire il numero dei mezzi circolanti si potrebbe molto più facilmente agire sulle velocità di percorrenza, che rappresentano un’altra delle “varianti assassine” ponendo drastici limiti di velocità e ricorrendo all’impianto dei tanto vituperati autovelox che se ben segnalati e diffusi su tutta la rete viaria potrebbero contribuire a calmare. Misure certamente poco popolari, ma oltre ad essere convinti che i bravi amministratori sono quelli che dicono più volte NO che SI', pensiamo che per la salute pubblica su questo fronte questo sia il momento giusto per scontentare un po' tutti, perchè la vita di un ragazzo, anche uno solo, salvata senza sapere che si è salvata, vale più dello scontento, anche se forse non paga elettoralmente.
semaforo e telecamera