Nel corso del mese di giugno la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana ha compiuto ulteriori indagini sul relitto delle FORMICHE DI CAPRAIA (150 a. C. circa) in collaborazione con il Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Livorno (Nucleo Sommozzatori, Giuseppe Massimo Giudicelli) e il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Firenze (Luca Sasdelli). Il giacimento è stato introdotto nella Carta del rischio dei beni culturali sommersi della Toscana. Ha collaborato alle ricerche la motovedetta del Comando Carabinieri di Portoferraio. La Soprintendenza sta proponendo al Ministero per i Beni e le Attività Culturali un progetto triennale di finanziamenti per intraprendere lo scavo del giacimento. Ho domandato alla Dott.ssa Pamela Gambogi la possibile origine della nave, ecco la sua risposta: "Le navi commerciali fin dalle origini caricano e scaricano in ogni porto...siamo in un momento di transizione fra la scomparsa degli Etruschi e la nascente potenza di Roma Repubblicana (ricordo che il primo imperatore, Augusto, andrà al potere solo nel 33 a.C.) Il carico di ceramica a vernice nera di tipo Campana A, prodotta nell'Italia meridionale, così come le anfore vinarie cosiddette 'greco-italiche', parlano di un flusso commerciale diretto dal Tirreno verso la Gallia e la Spagna, dove il vino italico, accompagnato dai serviti di ceramica da mensa, erano prodotti apprezzati e assai richiesti"
Paola Gambogi