Partirei dalla clamorosa protesta di Legambiente, contro il campo boe nel golfo di Mola, per lanciare una proposta che stabilisca una apposita "Regolamentazione", all'interno della regolamentazione dell'AMP, per le baie e golfi dell'isola d'Elba. Chi ha responsabilità amministrative e pubbliche credo debba raccogliere questo messaggio, che ha si del disperato, ma che denuncia una realtà drammatica all'Elba, dove sembra che ormai a prevalere non sia più l'interesse generale e l'autorità pubblica che dovrebbe tutelarlo (la cosiddetta soglia della legalità abbassata), ma i cosiddetti "furbetti", che mal tollerano le regole ed i limiti, solitamente proprio quelli preposti a custodire e salvaguardare le parti più belle , ma anche più deboli di essa. Anche l'ambiente in generale e certi luoghi eletti dalla natura a rappresentarla nella sua forza e bellezza sono parti deboli, se non tutelate e protette da agenti negativi e orientati solo allo sfruttamento economico di esse. Ed un certo tipo di turismo non è esente da essi. Questi luoghi, come golfi e baie, di cui la costa Elbana è ricca, sono dei veri e propri santuari paesaggistici; è ormai urgente per essi una Regolamentazione specifica, che interessi, sia lo specchio di mare in esse racchiuso e delimitato, sia l'arenile ed il retrospiaggia. Queste zone sono da considerarsi luoghi che rappresentano veramente, oltrechè dei veri e propri beni paesaggistici e naturali di notevole rilievo, paragonabili ai valori di beni artistici e monumentali di cui il patrimonio di questo paese è ricco, condizioni biologiche ricche e diverse e da tutelare. C'è da tener conto che esse sono, per caratteristica fisica e morfologica molto piccole e limitate come capienze, ma nello stesso tempo proprio per la loro bellezza sono le più sfruttate turisticamente con dei carichi insediativi e per attività ormai al limite della sostenibilità ambientale, specie nei mesi ad alta frequentazione turistica.L'Elenco è semplice: Mola, Ortano, Mangani, Nisportino, Nisporto, Bagnaia, Scaglieri, Biodola, Procchio, Fetovaia, Cavoli, Laconella, Lacona, Norsi, Barabarca, Innamorata, Naregno. Attualmente queste sono alla mercè di chi pensa e vuole farne solo dei luoghi di "business stagionale" senza peoccuparsi dell'impatto ambientale e delle conseguenze negative che l'esplicazione indiscriminata e priva di regole, di certe attività economiche, anche se umane, hanno ed avranno su queste realtà. Se veramente vogliamo salvarle dobbiamo cominciare a dire dei "No" o a stabilire con appositi regolamenti a quali condizioni è possibile accedervi e frequentarle. Anche il singolo utente balneante sicuramente è interessato ad ambienti salvaguardati e sicuri. I pericoli derivano dalla espansione di un tipo di turismo tutto orientato al consumismo usa e getta ed a un godimento edonistico immediato del tempo della vacanza, che si sposano con operatori spregiudicati che pensano di sfruttare al massimo la forte domanda "di tutto e di più" del mercato, senza regole, per impiantare ed occupare queste zone con qualsiasi tipo di attività economica, al solo scopo di un proprio realizzo pur legittimo, ma senza un rispetto per tutto il resto. Operatori "stranieri" che per la maggior parte, operano in terra elbana solo nei mesi estivi, e che pensano in questo limitato tempo di ricavare il massimo possibile a prescindere da tutto il resto. Tra questi ci sono addirittura coloro che pensano ad un turismo alla Riminese dove le spiagge e gli specchi d'acqua dovrebbero diventare dei veri e propri "Parchi di divertimento", con qualsiasi gioco, compreso il tiro a segno sottaqua. Senza voler estremizzare troppo basterebbe comunque monitorare ciò che è già presente come rischio reale e non solo e non tanto per la pesca sportiva e/o subacquea. Vi sono ormai attività la cui espansione indiscriminata ed incontrollata sta determinando una vera e propria emergenza ambientale, proprio in queste realtà: disseminazione di campi di boe, punti di stazionamento a terra ed a mare di noleggio di moto d'acqua, motoscafi e gommoni, patini e canoe e tutto questo in condizioni come dicevo di ristrettezza di spazio dello specchio d'acqua disponibile. Gli arenili, anch'essi limitati come spazio fisico disponibile, sono diventati campi di battaglia per i noleggiatori di ombrelloni lettini e sdraio o per accaparrarsi concessioni di spazi pubblici da rendere poi esclusivi. A questo aggiungiamo che molte spiagge sono iterdette all'accesso pubblico o perchè di proprietà privata o perchè la proprietà privata riguarda i retro spiaggia. Questa situazione esige di essere governata sulla base di criteri di salvaguardia e sicurezza e non può essere lasciata alle scorribande di avventurieri e parvenus o interessi esclusivamente speculativi. Ecco perchè l'occasione della istituzione dell'AMP è da non perdere. Ed ecco perchè necessità darsi dei regolamenti certi e specifici su queste zone, altrimenti si fà solo un'operazione propagandistica e di cosmesi dell'immagine. Trasformiamo i famosi Piani spiagge dei Comuni, in regolamenti che si pongano come finalità, non tanto la conquista del consenso clientelare di singoli operaratori, locali e non, attraverso il rilascio di concessioni ed autorizzazioni varie, ma la tutela ambientale e gli spazi pubblici liberi dove il cittadino trovi una dimensione naturale e sicura nel rapporto con il luogo. Per finire vorrei toccare l'argomento che troppo spesso non viene affrontato, forse per retaggi ideologici, e cioè la questione di come e con quali mezzi far rispettare la legge e le regole. La legalità intesa appunto come comportamenti consoni alla norma (leggi, regolamenti ecc.). Senza un'adeguato apparato di controllo ed una idonea dotazione di mezzi e risorse dell'autorità pubblica, rivolte a presidiare fisicamente, specie nel periodo estivo, questi luoghi, finisce per prevalere il non rispetto delle regole, l'arroganza del furbetto e del prepotente e l'accomodamento opportunistico e truffaldino dei malintenzionati, con la conseguenza che i cittadini si sentono insicuri e sfiduciati e le regole finiscono per essere lettera morta. Pertanto non solo regole adeguate , ma anche altrettanti controlli e vigilanza per il rispetto di esse. Sia in terra che in mare è doveroso organizzare una forte presenza degli apparati pubblici di controllo, innovare non solo nell'organizzazione, ma anche nella tecnologia, per ragguingere più efficacia e più efficenza in termini di sicurezza ed ordine pubblico. Se in certi luoghi non si può arrivare con la presenza di figure di vigilanza, si può ricorrere alla videosorveglianza ed ad azioni di pronto intervento per le emergenze o per le violazioni. Il criterio è quello che gli enti preposti ad emettere regolamenti debbano assicurarne anche il tempestivo rispetto con adeguati mezzi.
Golfo di procchio