Eccolo qui nel suo splendore il "Cristina" forse il più noto (dopo essere stato il più sfarzoso) battello da diporto del mondo, mentre se ne sta ancorato al Molo Massimo di Portoferraio, a cullare dolcemente, rari e danarosissimi clienti che si fanno spillare un mare di soldi per una crociera su una barca che tra gli anni '60 e '70 ospitò quasi tutte le star, i miti, i potenti statisti del mondo. Ma non abbiate paura cari lettori non approfitteremo della presenza del "Cristina" per rimpastare per l'ennesima volta l'elenco dei magnifici passeggeri atto a costituire un pippettone estivo come accade in molte redazioni da sei anni a questa parte, da quando dopo un quarto di secolo di quiescenza il "Cristina" fu restaurato e destinato ad esclusivissime crociere. Pescando nel frusto repertorio accenniamo solo all'impagabile finezza dell'originale proprietario un vecchio e testosteronico multimiliardario, un imperatore del mare proveniente da un paese allora arretrato e povero come la Grecia, quell'Aristotile Onassis, che avendo fatto foderare di pelle di scroto di balena le poltrone a bordo, usava dire, per facezia, alle sue illustri talvolta regali ospiti (a partire da due che lo sposarono pure: Maria Callas e Jacqueline Kennedy) che avevano appoggiato le loro piu intime parti sul più poderoso pene del creato. No, il Cristina ci serve più per raccontare una storia di vitelloni elbani e di amori turistici. Orbene .. correvano appunto gli anni '60 ed il Cristina rimase per qualche giorno alla fonda in rada lato Grotte (gli ignoti VIPS non si mescolarono neanche un po'ai barudda locali) né ai più delusi "turisti comuni". Ma quando a sera accendeva le luci, la splendida barca accendeva anche le fantasie di chi la rimirava da terra. E furono proprio gli occhi sgranati di una bella turista a banchina ad ispirare il Maligno, impersonato da un giovane drudo elbano (di cui non riveleremo l'identità .. ma sappia che siamo sempre pronti a farlo) che si guadagnava il pane rifornendo bar e ristoranti di bibite ed altre vettovaglie" Contando sull'essere decisamente un bel ragazzo e su una faccia tosta incommensurabile il tanghero su avvicinò alla ragazza e le disse: "Ti piace .. vorresti andarci a bordo ?" La ragazza tentennò e poi disse sì che le sarebbe piaciuto salire a bordo di una barca così bella e lui riprese: "Beh vedremo si potrebbe anche fare .." "Ci lavori? Sei imbarcato?" chiese la fanciulla e l'altro, fingendo di dirle una cosa riservata, le soffiò in un orecchio "No no è mio ... sono in incognito - e senza aspettare che la torda si riavesse dal mezzo colpo che le era preso - a me piace fare così, lì mi annoio, mi piace la gente semplice .. allora mi vesto alla meglio, scendo a terra tutte le sere, prendo una macchinaccia e .. vado a divertirmi..." Di lì a poco la rapita bellezza si faceva scarrozzare sulla fantozziana fiat 850 grigio topo, del nostro verso un locale notturno, e verso un prosieguo di serata il cui svolgimento omettiamo per rispettare la privacy, per essere poi accompagnata alla sua residenza alberghiera. Il copione si replicò per altre due serate, durante le quali invero la fanciulla iniziò timidamente a ricordare la promessa della visita a bordo dalla quale il nostro svicolava abilmente accampando le più diverse scuse. Ma il quarto giorno, anzi la quarta mattinata, fu fatale, poiché il millantatore mentre si trovava a sovrintendere al suo ufficio (cioè a distribuire casse di una nota bibita, vestito con la visibilissima divisa aziendale a strisce) ed incrociò i suoi passi con quelli della ragazza che vedendolo acconciato in tal guisa trasecolò. Ma là si conobbe e manifestò tutta la malefica grandezza del vitellone, che prese il contropiede l'esterrefatta ragazza: "O vai in culo! e secondo te uno come me poteva essere il padrone del Cristina? - e poi mettendo il piede sul predellino rivolto all'autista del camioncino - parti vai che il giro è lungo" Le cronache dell'epoca dicono che il tremolare dell'aria sopra l'asfalto, indotta dalla calura estiva, creò un effetto ottico di dissolvenza chapliniana del camion in allontanamento. Un gran finale.
cristina onassis