"Un campo boe realizzato in tempi record e operazioni di scriteriata espansione edilizia a scopo turistico. Il tutto in una delle zone ultime umide dell'isola d'Elba, sito di interesse regionale e nazionale". Con questa motivazione i volontari dell'associazione ambientalista hanno effettuato oggi un blitz in difesa dell'area di Mola, lungo le coste elbane, per sollecitare la definitiva tutela dell'area e annullare i reiterati attacchi speculativi. Mola, la più importante delle aree umide superstiti all''Elba è il simbolo contraddittorio di quanto sta accadendo nella maggiore isola dell'Arcipelago Toscano. L'area costiera, divisa tra i Comuni di Capoliveri e Porto Azzurro, è un'enclave del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano che si fa spazio tra strade provinciali e comunali, un cantiere-porto e una miriade di ormeggi, in parte abusivi. Mola è anche Sito di Interesse Regionale (Sir) della Regione Toscana, e la stessa Regione l'ha recentemente inserita nella nuova Zona di protezione speciale denominata "Elba orientale" in attuazione delle Direttive europee 92/43/CEE (Habitat) e 79/409/CEE concernente la conservazione degli uccelli selvatici perché ospita rarità faunistiche e floreali ed è uno dei principali punti di sosta per la migrazione e la nidificazione dell'avifauna. "Mola - ha commentato Mirko Laurenti, portavoce di Goletta Verde di Legambiente - è uno degli esempi tipici di quello che segnaliamo come vero e proprio attacco al territorio e all'ambiente. Una zona pregiata che, invece di essere tutelata e protetta, è abbandonata a se stessa e lasciata in balia di continui tentativi di speculazioni. È il luogo dove Legambiente ha segnalato la presenza di abusi edilizi e discariche nell'Area Protetta, senza mai essere smentita, ma senza che il Comune di Capoliveri o il Parco provvedessero a sanzionare e rimuovere abusi di ogni tipo. Mola è anche stata devastata nel 2006 da due incendi con tutta probabilità dolosi. Qui è presente da anni, e con continue proroghe, un cantiere interminabile per la realizzazione e il varo delle condotte per gli scarichi fognari sottomarini, un cantiere della Comunità Montana dell'Arcipelago che non dovrebbe più essere lì da molto tempo e che, di proroga in proroga e fallimento in fallimento, forse è servito anche per realizzare e varare i corpi morti e le catenarie di un'opera "privata" come il campo boe per circa 100 posti barca, in fase di avanzatissima realizzazione in questi giorni, proprio davanti alla costa protetta dal Parco Nazionale, dalla Zps dell'Unione Europea e dal Sir della Regione Toscana e in presenza di un habitat prioritario dell'Unione Europea: la prateria di Posidonia oceanica2. Eppure il tentativo di realizzare quello stesso campo boe nel passato era stato bloccato dal Corpo Forestale dello Stato, che aveva riscontrato «la non esistenza della necessaria documentazione valutativa dell'impatto ambientale del nuovo campo boe, la mancanza del dovuto parere positivo del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e anche le norme urbanistiche del Comune di Capoliveri non erano state modificate in modo che si potesse procedere all'operazione». "Ci chiediamo - ha dichiarato Umberto Mazzantini, responsabile nazionale Isole Minori di Legambiente - cosa sia cambiato oggi rispetto ad allora, visto che non risulterebbero nulla-osta del Parco Nazionale e che gli strumenti urbanistici del Comune di Capoliveri sono sottoposti alle norme di salvaguardia, perché il Comune non ha approvato il Piano Strutturale nei tempi e nei modi previsti dalla legge regionale. Legambiente ha chiesto alla Regione Toscana e al Parco di chiarire la situazione, visto che negli anni passati, proprio per l'opposizione del Comune di Capoliveri, la realizzazione di un campo boe analogo fu impedita dall'altra parte del Golfo, nel Comune di Porto Azzurro. Le vicinanze di Mola, proprio per la bellezza del golfo, sono anche i luoghi preferiti per la realizzazione di vecchi ecomostri come l'Hotel International, oggi tornato all'onore delle cronache perché 6 fra tecnici e imprenditori sono stati raggiunti da avvisi di garanzia per la presunta violazione delle norme urbanistiche, o di nuovi mega-villaggi come quello da 400 camere che il Parco Nazionale è riuscito a bloccare a Pontecchio, nel Comune di Porto Azzurro, e che ora viene riproposto nel nuovo Piano Strutturale, oppure del "porto Sales", ristrutturato e riempito di nuove grandi strutture in attesa di Luna Rossa e della Coppa America che non sono mai arrivate. Il tutto a due passi da Forte Focardo, che Comune di Capoliveri, Provincia di Livorno e Regione Toscana vorrebbero trasformare nell'osservatorio dei cetacei del Santuario Internazionale dei mammiferi Marini Pelagos, mentre sembrano osservare ben poco di quel che succede nello stesso mare e nella stessa costa che dovrebbero proteggere".
mola gommone legambiente