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Cesare Sangalli: La nascita del nuovo Partito Democratico e la questione morale

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 07 luglio 2007

Caro Sergio, a proposito di Veltroni. "Tiro fisso" ha colto nel segno, la scorsa settimana (e non solo). Io andrei anche oltre. Veltroni, fin qui candidato unico a tutto, sembra , per dirla all'elbana, il classico "sagolino" che una partitocrazia alla frutta lancia a se stessa. Un rimedio omeopatico ad una democrazia, quella italiana, che vive una crisi enorme e sembra non rendersene conto. Insomma, come un'aspirina per curare un cancro. Il cancro in metastasi è quello del malaffare, che sta trasformando da anni la vita pubblica in una gigantesca associazione a delinquere. La questione morale. Veltroni in pratica non ne fa cenno, nel lungo discorso di investitura a Torino. Se qualche lettore ha avuto la pazienza di leggerlo, si renderà conto che è appena più a sinistra della relazione congressuale di Rutelli. Per il leader della Margherita, la priorità assoluta per l'Italia è la crescita economica. Per Veltroni la lotta alla precarietà. E poi sicurezza, meno tasse, la TAV e, finalmente, la difesa dello stato laico (seconda e ultima concessione al popolo di sinistra). Due perfetti democristiani. Dimenticata la mafia, oscurata la camorra (con Bassolino indagato per truffa ai danni dello Stato, con la Impregilo, per la gestione dei rifiuti in Campania). Nemmeno sfiorata la questione del SISMI, con quel galantuomo di Nicolò Pollari, promosso dal centrosinistra addirittura al Consiglio di Stato, e difeso dal segreto di stato opposto dal governo Prodi (che non riesce nemmeno ad assumersene la responsabilità) sulla vergognosa vicenda del rapimento in Italia di Abu Omar. Democristiani per democristiani, molto meglio Rosy Bindi, dei signori Veltroni e Rutelli. E dei signori Bersani e Letta. Anche perché è quasi l'unica che ha denunciato il meccanismo delle liste bloccate (e collegate al leader candidato)per le famose primarie costituenti del 14 ottobre, cioè la difesa gattopardesca degli apparati di partito. Ma non vale la pena concentrarsi troppo sul Partito Democratico, davvero un diversivo, in questi tempi bui. Molto meglio andare a sentire Marco Travaglio o leggere il suo "Uliwood Party", per capire come siamo messi. Per capire quanto puzza di vecchio e falso questo entusiasmo per Veltroni e il PD. Basta leggersi il ritratto di Anna Finocchiaro, uno delle possibili "facce nuove", sull'ultimo MicroMega. E chi si interessa di giornalismo, che è messo male come la politica, potrebbe riguardarsi "La scomparsa dei fatti", sempre di Travaglio. Dopo, se si vuole, si può pure partecipare alla festa dell'establishment che a Marciana premierà una nullità presenzialista come Barbara Palombelli. Sapendo bene che la realtà è tutt'altra. Altrimenti, vuol dire che anche allo scoglio siamo pronti per la vita da "Billionaire", donnine e coca per tutti. Alla prossima.


Veltroni piccolo

Veltroni piccolo