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Bartolozzi (F.I.) chiede un monitoraggio sullo stato di salute della sanità elbana

Scritto da : Elena Maestrini
Pubblicato in data : sabato, 07 luglio 2007

Il Vicepresidente del Consiglio Regionale e membro della Commissione Sanità, Paolo Bartolozzi, ha rivolto un’interrogazione urgente al Presidente della Regione nella quale chiede che “l’assessore Rossi riferisca in Consiglio sullo stato di salute della sanità elbana attraverso un monitoraggio approfondito dei dati relativi ai tempi di attesa per i servizi diagnostici, ai tempi di attesa per le visite specialistiche e per gli interventi, alle unità operative presenti sul territorio e agli istituti convenzionati con la Regione,al tour delle provette, all’organizzazione del pronto soccorso e più in generale dell’ospedale di Portoferraio, all’organizzazione dei servizi di assistenza domiciliare, al reparto di anestesia ed all’assenza di quello di rianimazione e terapia intensiva, al funzionamento della camera iperbarica, alle più volte denunciate carenze relative alle attrezzature, oramai obsolete, ed agli organici, al potenziamento del servizio 118 ed ai tempi previsti per la realizzazione della piazzola dell’elisoccorso ed infine alle scelte aziendali dell’ASL 6 che sembrerebbero portare ad un progressivo impoverimento dei servizi sanitari dell’isola”. Insomma, uno screening a tutto tondo sui problemi della sanità locale dopo quella che Bartolozzi ha definito “una gravissima denuncia” da parte del sindaco-medico di Capoliveri, Paolo Ballerini, apparsa oggi sulla stampa. Bartolozzi ricorda come “già nello scorso febbraio ebbi ad interrogare il governo regionale su alcuni disservizi che si erano manifestati all’interno dell’organizzazione sanitaria all’Elba e sullo stato di disagio procurato ai cittadini e nell’occasione chiesi, un progetto speciale per l’isola che tenesse conto delle peculiarità di una realtà periferica, come quella insulare appunto, per scongiurarne la graduale emarginazione”. “Alla luce delle dichiarazioni di Ballerini” conclude Bartolozzi “ritengo che non si possa procrastinare ulteriormente una riflessione seria e profonda su di un sistema sanitario che fa acqua da tutte le parti e che qualcuno pretendeva di esportare, come modello da seguire, nelle altre regioni”.


ospedale atrio

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