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A Sciambere ancorscolastico del bocciato in seconda media

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : mercoledì, 04 luglio 2007

Ebbene sì, caro Sergio, sono stato bocciato alla seconda media. Ero un bimbo buono, gentile e molto educato ma avevo il vezzo di non studiare mai o quasi mai. Agli scrutini della seconda media fui rimandato ad ottobre e quindi mi presentai agli esami di riparazione senza mai aver aperto un libro di storia né di geografia. Fui bocciato, giustamente. Ed il tutto mi pare misura giusta ed opportuna, funzionale all’accrescimento dei giovani, alla loro maturazione ed all’accrescimento del loro impegno nella scuola, prima, e nella vita poi. Non mi successe nulla di catastrofico. Mia Madre mi disse “ peggio per te, figliolo “ e mio Padre sorridendomi disse : “ dovrai recuperare il prossimo anno “. L’anno dopo fui promosso a pieni voti ed ottenni una borsa di studio di lire 30.000 che rappresentava una manna per la mia famiglia essendo, detta somma, molto prossima allo stipendio di mio Padre (anni 1954). Ma la cosa più bella è che studiai così bene la lingua latina, l’analisi logica, la grammatica italiana che, pur non avendo proseguito negli studi, sono riuscito nel tempo a scrivere cose divertenti senza eccessivi errori. Con quella preparazione di base sono riuscito inoltre a capire i meccanismi della lingua tedesca, della lingua inglese e di quella francese che parlo con apparente proprietà. Non entro nel merito della discussione che si è aperta fra i docenti e delle due scuole di pensiero ora dominanti (bocciare o non bocciare) ma dico che, per quanto mi riguarda, mai bocciatura fu più salutare e propedeutica ad un miglioramento delle mie capacità intellettive. Affermo quindi che, alla luce della mia esperienza, bocciare l’alunno fannullone è cosa buona e giusta: studiate in pace, ragazzi. bruno paternò Caro Bruno Mi permetto di risponderti direttamente perché della scuola non sei un "chierico" ma un laico al par mio, quindi il nostro potrà essere un ragionare anche a bischero sciolto tra non addetti ai lavori, senza pretese di scientifica infallibilità. Mi pare, caro Bruno, che il paragone tra la tua bocciatura e le 20 delle Pascoli non si possa troppo agevolmente fare. La scuola media che tu hai frequentato (e la stessa che ho frequentato io solo qualche anno dopo) non era la scuola dell'obbligo, il cui compimento era fissato con le elementari, e neppure ci si passava automaticamente, tanto che all'epoca mentre per proseguire al triennio dell'Avviamento (al lavoro) commerciale, industriale, agrario, bastava la licenza elementare, per iscriversi alle medie occorreva superare un Esame d'Ammissione. Poi l'impegno che si chiedeva ai ragazzi frequentanti le medie (che erano solo una parte della popolazione scolastica) come dici tu, era molto elevato, e chi non studiava veniva inesorabilmente bocciato. Lo so che tu sei un tipo così giovanile ed energico che per te il tempo non passa mai, ma dovresti renderti conto che tra la nostra scuola media e questa ci sono 50 anni (leggasi mezzo secolo) di distanza. Nel frattempo sono cambiate un po' di cosucce. Io e te siamo diventati legalmente (ed elettoralmente) maggiorenni a 21 anni, ma allora a 20 anni la maggior parte delle persone, universitari esclusi, noi due compresi, avevano già un mestiere, un impiego ed erano economicamente indipendenti. Oggi i ragazzi votano e dispongono teoricamente del loro destino a 18 anni, ma l'adolescenza sostanziale, il rimanere nel nido familiare, si protraggono molto in qualche caso ben oltre la trentina. Noi eravamo costretti (nel bene e nel meno bene) a maturare prima, caro Bruno, per non parlare delle nostre coetanee, che se alla maggiore età non erano convolate a giuste nozze avevano già compiuto i primi passi verso lo zittellaggio. Devi, caro Bruno, considerare la diversa rilevanza comunicativa delle due scuole medie. Quella di prima era la principale fonte di informazioni, di sapere, quella di oggi è surclassata in questa funzione (non addentrandoci nel ginepraio dell'analisi qualitativa) da altre "agenzie" come la TV e più ancora internet. Ciò premesso anche io che a scuola ero "una bella leggera" e, forse perchè praticavo la pesca subacquea, resistevo più con la testa sott'acqua che sui libri, sono dell'opinione che i docenti debbano fare ogni sforzo per far lavorare i discenti. Per me è scontato che le persone in età evolutiva debbano essere abituate all'impegno (non dico al sacrificio, neppure alla fatica ma all'impegno almeno) e mi piacciono gli insegnanti i docenti (ce ne sono e molti) che sanno coinvolgere in questi processi virtuosi i ragazzi. Ma la domanda che ti pongo è un altra: secondo te fanno più danni gli insegnanti a non bocciare i poco responsabili i riottosi, gli indisciplinati di oggi, o quei genitori che permettono ai loro figli qualsiasi cosa, che si svenano per il vestire "firmato" una mezza-seghina o una mocciosa, che riempiono di soldi (senza chiedere conto degli utilizzi) i loro pargoli, che non pongono alcun limite comportamentale e disciplinare in casa? Atteso, anzi, ammesso ma ancora da concedere, che le ultimissime generazioni, spesso cresciute allo stato brado (se non brodo), mostrino delle forti carenze comportamentali in troppi elementi, perchè mai dovrebbe essere la scuola ad assolvere al compito esclusivo di "raddrizzare i ganci torti"? Da profano, da ignaro, istintivamente credo che la scuola dell'obbligo non dovrebbe essere non una comica riproduzione in sedicesimo della società meritocratica, né tanto meno di una caserma, credo che il compito della scuola dell'obbligo sia dare opportunità a tutti i ragazzi, perché ognuno possa migliorare e crescere per quanto può. Per dire che se la tua era la bocciatura da cui un responsabile ometto poteva trarre ripensamento e profitto, quella dei cinque bocciati nella stessa classe (che era mai quella classe, il Filangieri in versione pre-puberale? cosa mai accadrà allora alle medie di Scampia e dello Zen?) un'esclusione che credo segnerà comunque come "un po' diversi" alcuni bambini alla ricerca di una proprià identità. L'accordo sulla bocciatura con i genitori non è a mio parere un argomento. Dei genitori erano d'accordo? e che vuol dire? sai fino a quanto poco tempo fa le maestre si sentivano dire dalle genitrici: "Mi raccomando se non si comporta bene .. lo pesti!"? Lo pesti, lo bocci ...


Paternò Bruno

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sergio rossi testina

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