La discussione sulle aree marine da includere nel parco dell’Arcipelago ha uno strano andamento che –polemiche a parte- rende non è facile capire il senso e soprattutto gli obiettivi. Se poi tali aree le si presenta -come mi pare abbia fatto il Sindaco Bosi- come una ulteriore penalizzazione per quel territorio che deve pertanto essere risarcito con una compensazione tutto si complica e si fa più confuso. L’idea che il parco penalizzi e soprattutto riduca la ‘sovranità’ dei comuni espropriandoli è semplicemente una balla che rimettere in circolazione dopo che in Italia sono stati istituti centinaia di parchi nazionali, regionali ed altre aree protette che interessano 1 comune su 4 non aiuta certo la discussione. Il sindaco Bosi può chiedere ai suoi colleghi toscani che da molti anni fanno parte di parchi regionali ma anche nazionali (le Foreste Casentinesi) se sono stati espropriati o se hanno avuto modo di gestire interventi sul territorio più efficaci e qualificati oltre che sostenibili. Sicuramente sono stati meno impelagati in vicende giudiziarie che hanno –quelle sì- penalizzato il credito e l’operato dei comuni e delle istituzioni elbane. La dimensione parco è quanto di più prezioso per un piccolo comune per uscire da posizioni di marginalità assistite –specialmente isolane- e proiettarsi su un piano di pari dignità in una nuova dimensione di area vasta. E non si tiri in ballo la sovranità che non ha nulla a che fare con il nuovo modello di federalismo solidale di cui si occuperà il Codice delle autonomie. Detto questo vorrei osservare che la vicenda delle aree marine ( plurale come ho avuto già modo di osservare in altre occasioni quanto mai ambiguo) rischia di diventare una vera e propria melina su chi deve fare la prima mossa. Ora che il parco c’è nella pienezza dei suoi organi e strumenti e così pure la comunità del parco perché non si parte da lì senza aspettare che un fantomatico arbitro fischi da Roma l’inizio della partita. Il da farsi è ovviamente e fortemente legato al dove lo si deve fare. E il parco dell’Arcipelago deve farlo a terra e a mare definendo con la comunità del parco e cioè le istituzioni locali e centrali. Le meline non funzionano alla lunga neppure nel calcio figuriamoci nelle istituzioni.
mare bello