Sull'area marina protetta, in mancanza della capacità di fare proposte, si sta scatenando la solita ed indegna cagnara politica elbana. Sembra un dejà vu di quanto successo una decina di anni fa col parco nazionale e lo stesso sembra l'intento: dare la colpa finale al Ministero dell'Ambiente. Stessi anche gli attori politici, ieri una parte dei Ds e del centro insieme a tutta la destra, oggi il nuovo Partito Democratico (Ds e Margherita) con la solita destra populista e demagogica. A far da complice compiacente una Comunità del Parco ininfluente, caotica e incapace di tutto, perfino di darsi un Presidente, ma che non rinuncia ad accusare altri di non fare quel che gli amministratori elbani non sono capaci di fare. Così si sceglie furbescamente di interpretare come un "prendere o lasciare" quello che è in realtà una proposta di massima del ministro dell'Ambiente - che risale ai tempi di Matteoli - e lo stesso, già molto elastico schema "tipo" di regolamentazione, che non é la Bibbia ma una proposta sulla quale trovare accordi più avanzati e rispondenti alla realtà locale. Quando invece il rappresentante del ministero dell'Ambiente parla dei protocolli sulla nautica sostenibile e le attività subacquee, si preferisce far finta di nulla, quasi si fosse rimasti delusi, senza appigli a cui attaccarsi per scatenare la solita baruffa. Così si dicono vere e proprie sciocchezze come quella che i pescatori sportivi locali dovranno pagare un permesso (qualcuno sa dire in quale delle 25 aree marine protette già istituite succede questo?), o si fanno polemiche inutili, come quando ci si attacca alla parola "autorizzazione" e la si scambia per la volontà di vietare, come ha detto qualche Sindaco, la pesca ai residenti, mentre con la regolamentazione dell'Amp l'autorizzazione, come succede a Capraia e altrove, può essere collettiva e comportare la sola esibizione di un documento. Poi arriva qualche fesso e dice che non bisogna fare l'Amp ma altre zone come lo Scoglietto - che è un'area marina protetta, con il divieto di pesca di una zona A, ma con possibilità di balneazione e immersione di una zona B - e qualcuno che si crede troppo furbo gli va dietro, tanto per aggiungere casino alla confusione. Uno degli oggetti del contendere sembra la pesca subacquea, ma invece di andare a vedere le aperture e le ipotesi di soluzione del ministero, si alza un muro. Non importa se così non si fa l'interesse dei pescatori subacquei, che hanno bisogno di una discussione tranquilla e di una pressione unitaria per poter affrontare il nodo di una proposta eccezionale rispetto alle altre AMP e per modificare la normativa sulla pesca subacquea, per lasciare aperto uno spiraglio sperimentale per l'Elba e per consentirla in futuro. Il tutto è condito da uscite demagogiche, come quelle del Partito Democratico che, al solito, chiede una modifica della legge nazionale – che poi sarebbero 3 leggi! - e dice che senza far prima i depuratori e finanziare le condotte a mare non si può fare l'Area Marina Protetta. Peccato per il PD che gli scarichi a mare il ministero li ha già finanziati da anni, sono i comuni elbani che non trovano il tempo di allacciare le condotte già posate sul fondo! E' strano poi che scarichi e depuratori diventino essenziali se c'è da fare un'area marina protetta - che tra l'altro faciliterebbe proprio la realizzazione di depuratori - ma non siano stati importanti quando c'erano da costruire migliaia di metri cubi di seconde case che scaricano a mare. Ci chiediamo anche che fine abbia fatto il programma dell'Unione che parla della necessità e dei vantaggi di fare le Amp a pagina 152: "Per contrastare questo impoverimento del patrimonio naturalistico marittimo e costiero, proponiamo di:- rilanciare il Piano delle coste come strumento per la tutela e salvaguardia del mare e delle coste, e sviluppare la tutela degli ecosistemi di pregio a partire dalle Aree Marine Protette". E che dire del Centro-destra elbano che, senza alcuna vergogna, dopo aver taciuto nel 2003, quando il governo Berlusconi avviò l'iter per l'istituzione dell'Area Marina Protetta, dopo aver fatto finta di niente quando il Ministro dell'Ambiente Matteoli nel 2005 fece esattamente la proposta di zonazione e regolamentazione in discussione oggi, grida dimentico e scandalizzato contro la proposta che per 4 anni aveva fatto finta di non vedere e non sentire, riacquista la parola e chiede addirittura un referendum illegale e impossibile per abolire localmente quanto contenuto in almeno tre leggi Nazionali? Siamo alla più crassa ignoranza normativa, all'esibizione senza pudore dei due pesi e delle due misure, alla peggiore delle politiche. Siamo alla commedia delle parti, alla mancanza di capacità di proposta che si tiene a braccetto con la demagogia populista, tutto per prendere un pugno di voti che hanno già un padrone, e per far questo non si disdegna di procurare allarme e paure tra la gente. Una politica senza coerenza e responsabilità, che non ha nemmeno il coraggio di dire chiaramente che vuole l'Area Marina Protetta solo se sarà finta, se non potrà proteggere nulla, se sarà solo un marchietto in più da mettere sui depliant dell'Associazione Albergatori. Ma un'Area Marina Protetta che non ha regole non serve a difendere né l'ambiente, né la pesca locale, né il turismo, e allora i nostri sindaci e quel che resta dei partiti politici, farebbero bene a smetterla di riempirsi la bocca con lo sviluppo sostenibile e a dire la verità: "l'AMP non la vogliamo", e ad assumersi, almeno per una volta, tutte le loro responsabilità, senza cercare, come già fecero col Parco Nazionale, di scaricarle sugli altri.
mare bello