L’allarme è arrivato alla Sala Operativa della Guardia Costiera di Portoferraio da un velivolo militare che stava sorvolando il Canale di Corsica per una esercitazione: 12 miglia ad ovest dell’Isola d’Elba, al traverso di Pomonte, l’aereo aveva scorto una larga striscia di idrocarburi approssimativamente di un miglio di lunghezza. La Capitaneria portoferraiese alle 13.30 disponeva, visto anche il posizionamento della chiazza oleosa, piuttosto distante dalle coste, di impegnare nella bonifica il rimorchiatore attrezzato della Società Castalia con maggiore autonomia operativa, il “Tito Neri”, che raggiungeva lo specchio marino indicato dai piloti del velivolo in tempo per iniziare le operazioni di disinquinamento alle ore 16. Fortunatamente la parte maggiore della superficie marina visibilmente inquinata era coperta da una pellicola oleosa iridescente, anche se al centro della chiazza si trovava una striscia di un metro circa di larghezza dove si era addensato materiale galleggiante molto compatto, un “catrame” che dimostrava la permanenza in mare di diversi giorni degli oli illegalmente rilasciati, comunque un’onda nera capace di fare molto male alla costa a cui si fosse eventualmente avvicinata. Il Tito Neri rimaneva operativo finché le condizioni di luce lo consentivano, frantumando e disperdendo l’iridescenza con le sue “passate” ed aspirando il materiale più compatto. Ed al termine della giornata le operazioni potevano dirsi concluse.
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