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A Sciambere della cella di sicurezza

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : domenica, 10 giugno 2007

Sulle "gaffe" funerarie c'è tutta una letteratura, ma per restare solo nell'ambito ferajese ricordiamo che in due occasione i familiari del defunto si sentirono dire da persone che si avvicinavano con aria contrita e stringevano loro la mano, rispettivamente: "Auguri eh!" e "Speriamo che 'n sia nulla!". In linea con il legare fatti tragici con espressioni impropriamente positive ci siamo accorti, rileggendo gli articoli che abbiamo pubblicato negli ultimi giorni che in una occasione gli autori di un macabro ritrovamento (due turisti) si erano "alzati di buon mattino", e quanto sia stata buona la mattinata per i due si può ben immaginare. Ma passando (per allegria) dal cimiteriale al carcerario ci sovviene un episodio di vita vissuta tra le mura di Cosimo qualche annetto fa. Orbene: nella turbolenta Portoferraio del dopoguerra Marisa, una allora giovanissima signora che era arsa dalla passione politica, a seguito della partecipazione a qualche attività rietenuta illecita, fu prelevata dalla sua abitazione e senza troppi riguardi sbattuta in guardina al Commissariato. Dopo qualche ora la preoccupazione e la tensione non impedirono alla giovane rivoluzionaria sdraiata sul tavolaccio (le camere di sicurezza dell'epoca difettavano di confort) di piombare in un sonno profondo. Ma mentre Marisa dormiva altre più anziane "compagne" seguivano la sua sorte e venivano condotte nella solita cella. Poco dopo la dormiente si destò e confortata dal vedere delle "donne grandi" che conosceva bene, per prima cosa esclamò: "Oh Settima .. Evelina .. meno male ci sete anche voi!" Ma si sentì subito rispondere: "Meno male un cazzo Marisa, tanto ci siamo trovate a fa' una spiaggiata!"


pf panorama grata linguella

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