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Tammone risponde ad Insalaco sul voto di Porto Azzurro

Scritto da : Sergio Rossi
Pubblicato in data : sabato, 09 giugno 2007

Chi semina vento raccoglie tempesta - Ho appreso da poco della lettera pubblicata da Salvatore Insalaco in data 2 giugno su Elbareport e in quanto facente parte di quel gruppo da lui criticato che si chiama Patto Azzurro, mi sembra doveroso rispondere e chiarire alcuni posizioni da lui espresse. Se c'è una cosa che la Sinistra non ha ancora imparato è questa estenuante ricerca del colpevole, di un capro espiatorio senza mai, sottolineo mai, farsi un esame di coscienza. Le analisi del voto non si possono fare da soli, necessitano obbligatoriamente di una discussione approfondita tra tutti coloro che hanno partecipato alla campagna elettorale e per questo non mi dispenserò dal proporvi quelle che secondo me sono cause che hanno fatto si che da i 1040 voti del 2002 si passasse ai 604 del 2007. Le ragioni di questa sconfitta sono molteplici ma è errato andarle a ricercare in quel gruppo, in quell'esperienza che è riuscita a vincere una volta e a "portare a casa" più di 1000 voti in altre due tornate elettorali, in uno dei momenti più bui della Sinistra italiana. Una di quelle esperienza che nascendo, come si suol dire, "dalla società civile" è riuscita a conquistare consensi al di là del proprio orientamento politico, creando un gruppo aperto, in cui tutti avevano voce in capitolo, senza seguire particolari logiche gerarchiche e partitiche con il solo fine di risolvere problematiche e migliorare il proprio paese. Mi pare molto strano che queste accuse provengano da colui che sempre invitato a partecipare alle riunioni del gruppo lo abbia fatto solo sporadicamente, che ha rifiutato, in quest'ultima volta la candidatura e che ora, di fronte a questa eclatante sconfitta ritenga di esser esule da colpe permettendosi di dare lezioni agli altri Se vogliamo però andare indietro nel tempo, la sconfitta che dovrebbe bruciare più di tutte (almeno per me) è quella del '99, quando i "duri e puri" di Rifondazione Comunista presentarono una propria lista, di disturbo, e quando pagammo le continue "punzecchiature" che te, allora Segretario dei DS, facevi attraverso quadri murali. Allora, quell'Amministrazione era appoggiata anche dal tuo partito tanto che aveva degli iscritti al suo interno, ma hai preferito la via dell'ostruzionismo rispetto a quella della collaborazione perché a te, l'esperienza di Patto Azzurro non è mai piaciuta. Due parole sulla campagna elettorale del 2002, quando tu sei stato fisicamente assente, occorre spenderle. Come sai benissimo, alle trattative partecipava il Segretario del tuo partito e se il risultato non ti ha soddisfatto, devi andare a ricercare, ancora una volta, nel tuo partito le eventuali responsabilità senza additare epurazioni a nessuno. Se qualcuno poi ha colto la palla al balzo per uscire dalla dirigenza, non deve certo prendersela con Patto Azzurro, ma solo con i propri rappresentanti, o meglio dirigenti. Riguardo l'opposizione, posso assicurarti che questa è stata fatta, critica ma allo stesso tempo costruttiva in talune occasioni. L'errore nostro, probabilmente, è stato nella mancata pubblicizzazione delle nostre posizioni. Visti i risultati farebbero bene a ricredersi coloro che, forse per miopia politica o forse per smania personale di salire in cattedra, hanno dato per morto un progetto come Patto Azzurro e per falliti i suoi più esposti rappresentanti. Anzi voglio cogliere l'occasione per ringraziare tutti color che hanno fatto parte del gruppo di Patto Azzurro e tutti coloro che negli anni lo hanno sempre sostenuto nelle tre tornate elettorali e nelle altre varie occasioni. Ripartire è un dovere e bisogna farlo cominciando a discutere con coloro che sono naturali alleati, ma tutti insieme e senza cercare di demonizzare nessuno e soprattutto con un po' di umiltà.


panorama pitte e golfo di mola gavassa

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